giovedì, Marzo 28, 2024

E’ morto a 79 anni Raffaele Cutolo, il fondatore della Nuova Camorra organizzata

l boss della camorra Raffaele Cutolo, dopo una lunga malattia, è morto nel reparto sanitario del carcere di Parma. Il fondatore nonché capo della Nuova Camorra Organizzata aveva 79 anni ed era il carcerato al 41bis più anziano. Lo si apprende da fonti della polizia penitenziaria. Cutolo è morto alle 20.21 all’ospedale Maggiore di Parma. Nell’ultimo periodo era stato più volte trasferito dal carcere al reparto ospedaliero. Nel respingere l’ultima istanza di differimento della pena, fatta dalla difesa del boss per le condizioni di salute, il tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva sottolineato, a giugno 2020, come le sue condizioni fossero compatibili con la detenzione. Ma soprattutto come, nonostante l’età, Cutolo fosse ancora un simbolo. “Si puo’ ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma”, scrivevano i giudici. E subito proseguivano: “Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolo’ per tutti quei gruppi criminali” che continuano a richiamarsi al suo nome.
Cutolo ormai era finito da tempo, so che stava malissimo. Mi dispiace come uomo”. Così Felice Di Persia, sostituto procuratore che avviò l’inchiesta sulla Nuova Camorra Organizzata, commenta la scomparsa di Cutolo. “E’ l’unico che non si è pentito – riflette Di Persia – se l’avesse fatto avremmo potuto sapere parecchie cose, segreti che ha portato via con sé”. Il processo alla Nuova Camorra Organizzata fu decisivo per lo smantellamento della potente organizzazione cutoliana: “Fu detto ‘processo Tortora’ – ricorda Di Persia – ma i rinviati a giudizio furono 630, il processo in tre tronconi portò a 480 condanne, un risultato che diede cartezza alla nostra indagine. Con quel processo la Nuova Camorra organizzata finì, rimasero solo delle frange che poi man mano sono state sconfitte”. Raffaele Cutolo “fu boss potente, più di un primo ministro. Un potere che lo tenne in carcere tutta la vita. I segreti, che si porta nella tomba,- non riuscirono a ricattare il potere politico che l’aveva usato. Uomo violento e disperato partorito da un territorio violento e disperato”. Lo scrive lo scrittore Roberto Saviano su Twitter.
Redazione
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