giovedì, Marzo 28, 2024

Il no allo stadio a Tor di Valle, parla l’ex presidente Rosella Sensi: “E’ una decisione corretta e confido molto nella scelta dei Friedkin”

“Sono convinta che” l’addio al progetto per lo stadio a Tor di Valle “sia una decisione corretta” della Roma “e confido molto nella scelta dei Friedkin di poter sviluppare lo stadio in un’area adeguata”. Rosella Sensi, ex presidente della Roma, promuove la decisione della società giallorossa, che ha abbandonato il progetto per la costruzione dello stadio nella zona di Tor di Valle. “La scelta che abbiamo fatto noi all’epoca era stata ponderata confrontandosi con le persone che erano al Comune in quegli anni”, dice Sensi ricordando i passi compiuti in passato dal club. “Il fatto che la nuova proprietà della Roma abbia deciso di non proseguire il percorso dello stadio a Tor di Valle credo sia stata dettata da motivi più che seri perché non si rinuncia ad un iter e un percorso così lungo facilmente”, aggiunge la figlia di Franco Sensi, presidente del terzo scudetto giallorosso. Lo stadio di proprietà era stato prospettato già dal presidente Dino Viola. “Rispetto allo stadio della Roma a Tor di Valle non sono stato mai favorevole, perché vedevo tutta una serie di complicazioni di varia natura. Sono stato sempre favorevolissimo, anche per motivi di famiglia, che la Roma avesse uno stadio di proprietà, perché senza avere una casa è difficile aumentare il fatturato e competere con le squadre che lo hanno”, dice Ettore Viola, figlio del presidente che ha portato il club giallorosso a conquistare il secondo scudetto. “Essendo avanti con gli anni comunque non so se lo vedrò…dicono che quando muore un romanista vada tutti in ‘Tribuna Paradiso’, magari se c’è posto lo vedrò da lì. Non pensavo comunque che la scelta di Tor di Valle fosse la migliore, essendo complicata da tante situazioni. Mio padre non aveva mai ipotizzato e ipotecato un’area, aveva sempre chiesto ai vari sindaci dove era meglio fare lo stadio”. “Quell’area ha creato probabilmente un po’ di disagi e problemi, incomprensioni, confusioni, ritardi, per cui che si debbano ritirare provvisoriamente i Friedkin da quell’investimento non mi crea nessun tipo di problema, che in una prospettiva futura, lo stadio della Roma ci debba essere, magari individuando un’altra area, è del tutto doveroso. Avendo comunque Olimpico e Flaminio, questi due impianti a cosa serviranno. Il Flaminio in particolare è sempre più decrepito e abbandonato. Perché bisogna aspettare che vada in rovina per metterci mano? Forse perché più soldi ci spendono e meglio è? Non riesco a capire questa politica italiana”.
Redazione
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