sabato, Aprile 20, 2024

Coronavirus, il premier Draghi ha firmato il nuovo Dpcm: l’Italia “cambia colore”

Con la firma dell’ordinanza da parte del presidente Solinas, la Sardegna è la prima zona bianca d’Italia. Nel resto del Paese, come sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, il marzo di prospetta difficile: contagi in rialzo, scuole chiuse fin dalle elementari anche in zona arancione. Un cocktail micidiale, che ha shakerato il bel tempo con la vigilia della stretta in cinque regioni – da oggi Lombardia, Marche e Piemonte passano in arancione, e Basilicata e Molise in rosso – spingendo in circolazione, per la gioia del virus che impazza, migliaia di persone che sono andate ovunque e comunque, come se non ci fosse un domani. Resse nei centri cittadini e nei parchi. Multati 27 adulti, tra loro medici, avvocati e professionisti vari, sorpresi dalla polizia in un dancing del casertano a un Covid-party insieme a decine di persone che si sono dileguate. Tutti esauriti i ristoranti ai laghi – preso di mira quello di Como, con code all’imbarcadero e paralisi lungo tratti degli 11km della Greenway – e anche al mare ovunque tavoli pieni. Muretti, gradini, strapuntini gremiti alla ricerca di uno spicchio di sole da mordere. I lidi pugliesi, dall’Adriatico allo Jonio, sono andati a ruba, come domenica scorsa, come se il Covid appartenesse al passato e il rischio focolai alla fantascienza. “La situazione degli assembramenti è assurda e inqualificabile. Inciviltà allo stato puro, irresponsabilità. – si è sfogata la sindaca di Andria (Bat) Giovanna Bruno – Non posso definire diversamente quanto si sta verificando nella nostra città e in tutto il resto della penisola”. Come darle torto. Non è servito da deterrente nemmeno il raddoppio delle sanzioni, salite da mille a quasi 2mila da venerdì a sabato, durante i 102mila controlli anti-contagio censiti dal Viminale. Verificati oltre 13mila tra locali ed esercizi commerciali: 85 i titolari sanzionati, 45 le chiusure disposte. Dopo il rave party con rissa di sabato sera, amareggiato, allarga le braccia il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità, il numero l’ho ricevuto dal Prefetto. E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, – ha scritto Sala su Fb a chi lo accusa di non aver fatto abbastanza – perché la città è grande e va gestita nella sua interezza”.
“Sarà un marzo molto difficile. La terza ondata che ha già colpito la Germania, l’Inghilterra, la Francia, sta colpendo una parte d’Italia, tra cui l’Emilia-Romagna”. Lo ha detto il governatore Stefano Bonaccini, a ‘Non è la D’Urso’ su Canale 5. “Io ho il dovere di prendere decisioni. Siamo qui per ascoltare, per discutere con tutti. Ma la politica, in primo luogo, di fronte ai problemi e ai drammi, ha il dovere di decidere. E quindi saremo pronti a ogni restrizione per tutelare le persone e far riabbassare la curva che sta risalendo in maniera molto pesante e poi per avere primavera e estate che possa andare in maniera migliore”.
Ristoranti aperti fino alle 23, bar e pub fino alle 21 e coprifuoco che slitta dalle 22 alle 23.30 fino alle 5 del mattino. Sono le misure principali in vigore da oggi fino al 15 marzo in Sardegna (escluse le zone interdette con ordinanze dei sindaci), prima Regione d’Italia passata in zona bianca, e previste nell’ordinanza adottata in tarda serata dal governatore Christian Solinas. Nessuna limitazione, dunque, del coprifuoco al solo stazionamento presso piazze, lungomare e belvedere come annunciato poche ore fa dallo stesso presidente della Regione, ma solo un’ora e mezzo di libera circolazione in più.
Prima regione al nastro della ripartenza, con cautela e graduali riaperture, la Sardegna da oggi, sorretta dal suo Rt basso da ormai tre settimane, guadagna la ‘zona bianca’, ad eccezione di tre Comuni del sassarese da alcuni giorni in zona rossa. Sono 12mila i locali chiusi o soggetti alle restrizioni – tra questi 800 agriturismo – che torneranno quasi alla normalità. Anche le persone, sempre con mascherine e distanziamento, potranno spostarsi liberamente con il solo divieto di stazionare nei punti ‘caldi’. Ritorno in classe per tutti i 207.268 alunni dell’isola che dicono ‘ciaone’ alla Dad. Quasi a portata di mano il traguardo di una Pasqua – il cinque aprile – di resurrezione economica e sociale. Forte del risultato, il governatore Cristian Solinas vuole chiedere al premier Mario Draghi una corsia veloce per vaccinare tutti i sardi entro 45 giorni e consolidare l’isola nel percorso Covid-free. Da oggi, dunque, in Sardegna si potrà circolare ovunque e senza limiti di orario, il coprifuoco rimarrà limitato a piazze, belvedere e lungomare dove si potrà solo transitare senza soste. Centri commerciali aperti anche nel fine settimana. Queste le principali maglie allentate dall’ordinanza del governatore Solinas che sdogana anche la cena fuori casa. Non più solo asporto, delivery e take away: ristoranti aperti fino alle 23, si torna al servizio al tavolo e alla convivialità. Rinascono anche i bar aperti fino alle 21: basta con l’ aperitivo anticipato all’ora del the. Ma non è un “liberi tutti”, avverte il governatore memore del “prezzo pesantissimo, pagato l’estate scorsa” quando “ci è stato riportato il virus sull’isola: ecco perchè il vero tema adesso saranno i controlli da un lato e il senso civico delle persone dall’altro”. Check e prevenzione per restare ‘bianchi’. A breve sarà emanata una ordinanza specifica, spiega Solinas, “che prevede l’impiego di personale regionale per effettuare test antigenici o tamponi alle persone in arrivo nei prossimi giorni sia nei porti che in aeroporti”. “Le persone e i turisti sono i benvenuti, – dice il governatore – chiediamo solo nel loro interesse di arrivare con un test già eseguito o qualora non lo avessero, di dedicarci qualche minuto all’arrivo per eseguirlo”. “Se nel corso della prima settimana di allentamento vedremo indicatori con segno positivo procederemo con la riapertura di palestre, piscine e scuole di danza, fino al ritorno alla tanto agognata nuova normalità”, promette Solinas. La zona bianca, ha ricordato, “è un grande risultato raggiunto grazie al sacrificio di tutti i sardi, del personale sanitario impegnato in questa battaglia contro il virus, e a maggior ragione dobbiamo sentire la responsabilità di mantenere questo risultato”. Pertanto, “non dobbiamo abbassare la guardia”, conclude il governatore della Sardegna.
Redazione
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