martedì, Aprile 23, 2024

Coronavirus, crollo dei contagi in Gran Bretagna: 6.500 contagi su oltre 863mila tamponi. E’ l’effetto delle vaccinazioni di massa

Si accentua il calo dei contagi da Covid nel Regno Unito, in lockdown nazionale tris da oltre due mesi dopo l’impennata alimentata dall’aggressiva ‘variante inglese’ del virus: e destinato a restarlo in sostanza fino ad aprile-maggio al di là della riapertura delle scuole fissata per lunedì 8 marzo malgrado l’impatto sempre più positivo e accelerato della campagna vaccinale. Lo certificano i dati aggiornati del governo di Boris Johnson, che indicano meno di 6500 nuovi casi su un record assoluto di ben 863.000 tamponi giornalieri; mentre i morti nelle 24 ore scendono a 242, uno dei numeri più bassi degli ultimi mesi, con un bilancio quotidiano inferiore all’Italia (un centinaio di decessi in meno) come non si vedeva da tempo. Resta comunque la pesante somma ufficiale complessiva delle vittime dall’inizio della pandemia, salito a circa 124.000, picco europeo in cifra assoluta; mentre i ricoveri totali negli ospedali diminuiscono a 12.000 e le dosi di vaccino somministrate sfiorano ora quota 22 milioni, con i richiami arrivati verso il milione. Corsia preferenziale garantita, intanto, per l’approvazione degli aggiornamenti dei vaccini anti Covid tarati in modo più specifico sulle nuove varianti più temute del virus che i diversi fornitori si sono impegnati a cercare di sviluppare nei prossimi mesi. Lo ha annunciato l’authority di regolazione britannica sui farmaci (Mhra) nell’ambito di una strategia condivisa con altri quattro Paesi e di un accordo di cooperazione già in vigore con le istituzioni indipendenti omologhe di Australia, Canada, Singapore e Svizzera. L’approccio, riferisce il Guardian, sarà analogo a quello giù utilizzato dalla Mhra per la valutazione della versione originale dei vaccini approvati finora: valutazione condotta a mano a mano che i dati sui trial dei diversi antidoti arrivavano sul tavolo della commissione medico-scientifica britannica preposta, e non a sperimentazione conclusa secondo la procedura standard seguita invece dall’agenzia del farmaco dell’Ue (Ema) o in parte dell’Aifa americana. La vaccinazione contro il Covid-19 sarà autorizzata nelle farmacie “a partire dalla settimana del 15 marzo” per “le persone di oltre 50 anni e con altre patologie”: lo ha annunciato il primo ministro francese, Jean Castex. I pazienti coinvolti “non avranno bisogno di alcuna ricetta medica” e potranno recarsi “direttamente in farmacia” per farsi somministrare il vaccino AstraZeneca, ha detto il premier. Le persone dai 50 ai 74 anni che “non hanno particolari patologie” potranno farsi vaccinare “a partire da metà aprile”. “Entro metà maggio dovremmo aver vaccinato almeno 20 milioni di persone”: ha promesso Castex. In questi 20 milioni saranno compresi tutti i francesi volontari da 50 anni in su. “Entro l’estate – ha aggiunto – avremo ricevuto dosi sufficienti per proporre la vaccinazione a 30 milioni di persone, cioè i due terzi della popolazione di oltre 18 anni”. Ad oggi sono 3,2 milioni i francesi ai quali è stata somministrata la prima dose e oltre 1,7 milioni sono stati già vaccinati con 2 dosi. Il primo ministro francese ha poi annunciato che 3 nuovi dipartimenti – le Hautes-Alpes, l’Aisne e l’Aube – si aggiungono agli altri 20 già in “sorveglianza rafforzata” per l’aumento dei contagi. Il totale è ora di 23 dipartimenti sul totale di 101 nei quali verranno applicate regole più strette contro la diffusione del Coronavirus. Quasi duemila morti in un giorno, 75 mila nuovi contagi e trend in aumento secondo gli esperti: l’epidemia è fuori controllo in Brasile. L’allarme è stato lanciato dalle autorità sanitarie locali, dai governatori e dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui il Brasile sta affrontando una nuova ondata della pandemia causata dalla variante amazzonica, la P1, tre volte più contagiosa del ceppo scoperto a Wuhan. I governatori corrono ai ripari imponendo nuove restrizioni e il coprifuoco notturno nella speranza di contenere il contagio. Ma sono sempre di più ormai i brasiliani che puntano il dito contro la gestione della pandemia da parte del presidente Jair Bolsonaro, che ha sempre mantenuto un atteggiamento negazionista. Il presidente brasiliano, che mercoledì è stato sonoramente contestato in molte città del Brasile con i tradizionali ‘panelacos’, colpi di pentole alle finestre e sui balconi, non ha mai nascosto la sua idea di far diffondere il contagio tra la popolazione per arrivare all’immunità di gregge.
Redazione
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