giovedì, Marzo 28, 2024

Studenti di Ladispoli tornano a chiedere la riapertura della biblioteca comunale

Oggi la comunità studentesca di Ladispoli torna ad esprimersi, stavolta senza mezzi termini. La complessa situazione sanitaria che ormai da oltre un anno riguarda il mondo intero non smette di creare difficoltà su ogni livello. Ancora una volta si fanno avanti gli accusatori della domenica che puntano il dito contro i giovani, eterno capro espiatorio di un Paese che, forte del suo record di anzianità demografica, non esita a rifarsi sulla fascia meno numerosa della popolazione per imputare fantasiose colpe. L’iniziativa degli Studenti di Ladispoli è nata per dare una risposta concreta ad un problema concreto: il dramma sociale vissuto dagli studenti che non possono permettersi uno spazio in cui studiare. “La futura classe dirigente”, come viene definita, in oltre un anno di pandemia è rimasta completamente inascoltata da parte delle istituzioni locali. Per ben tre volte abbiamo formalmente richiesto di incontrare il sindaco Alessandro Grando; per tre volte non abbiamo ricevuto risposte. L’unica volta in cui siamo stati degnamente ascoltati (non dal Sindaco, che ci è passato davanti facendo finta di nulla) è stato quando, con un atto deciso, abbiamo messo in ridicolo l’amministrazione comunale sedendoci a libri aperti a studiare sotto il sole cocente di una mattina d’agosto. Ciononostante la collaborazione ha avuto vita breve. Appena poche settimane dopo la riapertura della biblioteca comunale i posti disponibili sono stati dimezzati ulteriormente, portando un locale capace di accogliere 70 persone ad una capienza di appena 14 posti. In seguito la biblioteca è stata nuovamente chiusa, usando il pretesto “lo dicono i DPCM”. Anche questa affermazione fu da noi prontamente avversata dall’esame dei testi legislativi in questione che non disponevano la chiusura di tali spazi, come attestato dal fatto che la biblioteca comunale di Cerveteri sia rimasta aperta. Infine, siamo stati informati del fatto che per lavori di manutenzione la sala studio sarebbe rimasta chiusa “fino al termine dei lavori”. Molto comodo risulta infatti non preventivare la data di termine dei lavori, che tutt’oggi rimane ignota. C’è da dire che da una amministrazione che si vanta della realizzazione ex nihil di una caserma nuova di zecca in tempi record ci saremmo aspettati quantomeno una data preventivata di termine dei lavori. In seguito a ciò abbiamo fatto da soli, dando vita a “Cibo Per la Mente”, l’iniziativa civile di studenti e imprenditori che insieme si sono fatti forza e aiutati in questo periodo difficile. Tale iniziativa è però insufficiente per ovviare al problema che sta alla base: alle nostre richieste di riaprirci la biblioteca si risponde sempre in modo evasivo con una sfilza di motivazioni che suonano più come il monologo dell’Azzeccagarbugli che come le risposte che ci aspetteremmo dalle istituzioni. Ora le restrizioni da zona rossa impongono chiusure stringenti per ogni settore, e ovviamente questo esclude possibilità per la riapertura della sala studio che noi stessi condividiamo. Quello che non condividiamo è l’ipocrisia. A poco più di un anno dalle elezioni comunali è logico che le forze politiche cerchino di raccimolare proposte e suggestioni dalla più grande comunità organizzata di giovani della città. Quello che rasenta il ridicolo è che a porte chiuse si parli senza fine di valorizzare i giovani salvo poi ignorarli completamente quando si è alla guida della città. Siamo stati contattati da ogni parte, da destra a sinistra, ma mai per agire realmente sui problemi attuali. A chiunque ci abbia contattato abbiamo sempre detto la stessa cosa: “noi diamo voce agli studenti, non facciamo politica”. E così continueremo a fare, perché noi esigiamo che un servizio pubblico sia erogato. Punto e basta. Questo comunicato ha un fine preciso: dire alla comunità cittadina che i nostri problemi esistono ancora e all’amministrazione comunale che non si sono liberati di noi. A seguito del nostro sit-in ci fu addirittura fatto intendere che sarebbe stato meglio non farne altri, onde non mettere ulteriormente in imbarazzo le istituzioni. Abbiamo pertanto ridotto i nostri toni nel segno della trasparente e sincera collaborazione per raggiungere insieme un obiettivo comune. Evidentemente ci eravamo illusi. Prima che qualche sedicente esponente dell’amministrazione osi accusarci di incoscienza nel chiedere la riapertura di uno spazio sicuro e deputato alla formazione intellettuale e professionale dei giovani con tanta veemenza, ci teniamo a ricordare che non sembrano esserci stati problemi ad inaugurare il parco in zona Domitilla con decine e decine di persone presenti nonostante le misure anti-assembramento. Evidentemente le esigenze della demagogia superano quelle dei doveri dell’amministrazione nei confronti dei suoi cittadini, quali garantire servizi pubblici ed evitare atteggiamenti pericolosi in epoca pandemica. Non appena la situazione epidemiologica lo permetterà, chiederemo nuovamente udienza al Sindaco per parlare della biblioteca. Continueremo a farlo fino a quando il primo cittadino non si sarà deciso ad ascoltarci e a darci risposte concrete. E se continueremo a ricevere silenzio, noi risponderemo col rumore. Siamo cittadini che da mesi richiedono di essere ascoltati e aiutati, pertanto sappiamo di essere nel giusto e con tale convinzione andremo avanti. Alla comunità cittadina diciamo: siate con noi, aiutateci a far valere le nostre ragioni. Perché se oggi si sbatte la porta in faccia davanti ai giovani, salvo poi sfruttarli per i proclami elettorali, cosa ne sarà di Ladispoli domani? Siamo con tutti e contro nessuno, ma senza dubbio non siamo disposti ad essere presi in giro ancora. Siamo gli Studenti di Ladispoli.
Redazione
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