mercoledì, Aprile 24, 2024

Sondaggi: crescono Pd, M5S e Fratelli d’Italia

Il primo aprile è tradizionalmente un giorno in cui bisogna fare attenzione, evitando di prendere sul serio notizie che poi si rivelano non essere tali. Ma l’odierna Supermedia dei sondaggi non è certo uno scherzo, e anzi merita di essere analizzata con particolare accortezza. Per diversi motivi. Vediamoli: innanzitutto c’è il dato che riguarda la Lega, che ancora una volta è un dato in (lieve) calo che porta il partito di Matteo Salvini – sia pure di un soffio – al di sotto del 23%, come non accadeva da quasi tre anni (maggio 2018). Il dato di Fratelli d’Italia è ancora più clamoroso, nonostante la sua crescita non sia certo una novità: ma è la prima volta che il partito di Giorgia Meloni supera la soglia 17%, dopo che per alcuni mesi era parso che la sua crescita si fosse ormai interrotta. Chi sale di più questa settimana è però il Partito Democratico, che vede proseguire di quello che abbiamo chiamato “effetto Letta”: nelle sue prime settimane da neo segretario, Letta ha dato prova di un certo attivismo (da ultimo, vincendo la battaglia interna per l’elezione di due donne [LINK https://www.agi.it/politica/news/2021-03-30/debora-serracchiani-nuova-capogruppo-pd-camera-11985763/ ] alla guida dei gruppi PD di Camera e Senato) che sembra aver avuto l’effetto di “riportare a casa” molti dei consensi che si erano allontanati all’indomani delle improvvise dimissioni di Nicola Zingaretti. Un po’ a sorpresa, questa settimana cresce anche il Movimento 5 Stelle. Diciamo “a sopresa” perché il M5S nelle ultime settimane si è alquanto defilato dal dibattito pubblico: la rottura – dolorosa – con una fetta consistente dei suoi parlamentari in dissenso sulla fiducia al Governo Draghi non è stata sanata, e nel frattempo si è aperto un nuovo fronte interno con la Casaleggio Associati. Il Movimento fondato da Beppe Grillo può però contare su un “asset” non da poco, ossia Giuseppe Conte: l’ex premier continua infatti a essere uno dei leader politici più apprezzati, e la sua “graduale” investitura a leader (la formalizzazione potrebbe essere ormai questione di ore) ha fatto guadagnare al Movimento circa due punti da quando Draghi è entrato in carica – sostituendo proprio Conte alla guida del Governo. Tutte queste variazioni producono un effetto a sua volta molto interessante: la distanza tra il primo e il quarto partito (cioè tra Lega e M5S) si è oggi ridotta a soli 6 punti. Se si considera che i sondaggi contengono sempre un margine d’errore – anche se la nostra Supermedia è elaborata proprio allo scopo di fornire una stima che sia la più attendibile che si possa fornire – possiamo dire che, se domani per assurdo si andasse ad elezioni, esiste una possibilità non irrilevante che vi siano ben 4 partiti a giocarsi il primo posto, intorno alla soglia del 20%. Un “quadripolarismo liquido” pressoché inedito per la storia politica italiana. L’unico paragone possibile, ma solo in termini di rapporti di forza, si potrebbe fare con l’assetto venutosi a creare nei primissimi anni 2000, con Forza Italia e AN da un lato e DS e Margherita dall’altro. Ma parliamo di svariate ère politiche fa. I rapporti di forza tra le aree, infatti, sono oggi molto diversi. L’attuale sistema politico non è più quel “tripolarismo asimmetrico” fotografato dalle ultime elezioni politiche (2018), ma non si è (ancora?) stabilizzato in quel nuovo bipolarismo (tra centrodestra da un lato e asse giallo-rosso dall’altro) che pareva inevitabile fintanto che l’esecutivo era guidato da Giuseppe Conte. L’avvento del Governo Draghi potrebbe anzi aver messo i bastoni tra le ruote di questo processo, ma non possiamo ancora sapere se si tratta di una parentesi o di un punto effettivo di rottura.
Redazione
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