sabato, Aprile 27, 2024

L’Anm contro Beppe Grillo per il suo video in difesa del figlio: “Sfiducia il processo”

“Le recenti dichiarazioni di Beppe Grillo sfiduciano il processo. È essenziale per la vita democratica del Paese che i processi, e quelli per violenza sessuale anzitutto, si svolgano al riparo da indebite pressioni mediatiche”. Lo scrive la Giunta dell’Anm, sottolineando che “i magistrati di Tempio Pausania sapranno accertare i fatti con serenità ed equilibrio, garantiti dalla propria professionalità, nel rispetto dei diritti di tutti, degli imputati, che devono essere assistiti dalla presunzione di innocenza, e della denunciante, la cui dignità va tutelata”. Quei toni, quella mimica e, soprattutto, quelle parole non potevano non creare un caso destinato a scatenare una forte onda d’urto. E infatti il ‘caso Grillo’ pesa ancora su M5S perché quella intemerata diffusa sul Blog personale per difendere il figlio indagato per violenza sessuale, ma di fatto per attaccare media, magistrati e, in ultima analisi, la ragazza vittima, continua a generare scosse nel Movimento. Negli ultimi due giorni, dicono i rumors interni, Grillo avrebbe avuto contatti con diversi big M5S per chiedere, in sostanza, di essere a sua volta difeso dall’ondata di sdegno sollevata dal suo intervento. Il Garante M5S viene descritto, dalle stesse fonti, irritato da quanti hanno invece preso le distanze. “Sarebbe stato meglio non portare il dibattito dal privato nella politica. Io credo che le vittime devono poter denunciare in qualsiasi momento se si sentono vittime. E poi la magistratura deciderà sulla base dei fatti”, aveva detto per esempio il ministro Patuanelli. Non l’unico peraltro, anche nella squadra M5S al governo, che abbia deciso di uscire allo scoperto. “Sono due giorni che dal Movimento vengono ribaditi alcuni punti fermi. La tutela dell’indipendenza della magistratura e la difesa delle donne dagli abusi”, osserva Anna Macina, avvocato e sottosegretario alla Giustizia. “Per noi parlano i fatti: il ‘Codice rosso’ è stato fortemente voluto da noi. Il reato di Revenge porn prima non esisteva. E l’allungamento del termine per la denuncia da 6 a 12 mesi nemmeno”, rivendica. “Dispiace per quello che è successo ma riconduciamolo alla sfera privata e lasciamo fuori la politica”, è comunque l’indicazione di marcia.
Dalila Nesci, anche lei sottosegretaria, al Sud, invita a considerare che “un video non può polverizzare le politiche del Movimento in tema di giustizia e di diritti civili” e tuttavia rileva che “c’è una percezione mediatica che rischia di cambiare nei nostri confronti”, mentre “siamo perfettamente coscienti che non c’è solo un padre e una famiglia che soffre. Anche la sofferenza della ragazza coinvolta va rispettata. E che non si può mettere in crisi il principio di garanzia costituzionale, che si applica a entrambe le parti”. Un affondo dall’esterno del Movimento arriva da Roberto Saviano che mette sotto accusa “i toni utilizzati, la cifra comica divenuta cifra politica e messa a disposizione di una visione personale delle cose e del mondo da sempre nella sostanza sessista, razzista e intrinsecamente contraddittoria”. “Oggi Beppe Grillo si è ridotto a utilizzare la sua enorme popolarità politica per fini privati, incurante di umiliare le esponenti e gli esponenti del suo stesso movimento che tanto si sono spese e spesi perché alle donne fosse consentito il massimo tempo possibile per denunciare una violenza subita”, denuncia lo scrittore. È affidata invece al Fatto Quotidiano la lettera aperta di 14 attivisti M5S, iscritti alla piattaforma Rousseau, che avvertono: “La vicenda familiare che sta travolgendo Grillo colpisce tutti noi attivisti e rischia di essere usata dagli avversari politici per attaccare e indebolire in modo strumentale M5S”. E dunque, insieme all’invito a “considerare separatamente” le vicende, si lamenta che “gli iscritti, gli attivisti e tutti quelli che si riconoscono nella base del Movimento, vivono ormai da mesi una situazione conflittuale in cui i vertici non comunicano con la base, i portavoce eletti in Parlamento sotto il simbolo del M5S confliggono tra loro su questioni incomprensibili, mentre tutta la nazione è in stato di difficoltà”. Una questione molto delicata, dunque, che cade in un momento già di per sè cruciale per M5S, alla ricerca di un nuovo assetto di vertice. Nella giornata di venerdì è prevista un’assemblea dei deputati: all’ordine del giorno figura la discussione sul bilancio ma non è escluso che si parli anche della situazione attuale. Magari della presenza di Giuseppe Conte all’evento organizzato dal Pd Bettini per il 29, insieme a Enrico Letta, scelta che irrita alcuni parlamentari M5S: “Noi vogliamo sapere – spiega un deputato riferendosi al leader in pectore del Movimento – cosa vuole fare, anche dei nostri soldi”. E, a questo proposito, proprio oggi scade oggi l’ultimatum fissato dall’associazione ‘Rousseau’ per un accordo con il Movimento sull’eventuale prosecuzione del rapporto e la chiusura delle pendenze economiche. A cercare di sciogliere il nodo starebbe lavorando proprio Giuseppe Conte, con il capo politico reggente, Vito Crimi. A Casaleggio sarebbe stata offerta anche la possibilità di una presenza ‘politica’, ovvero una condivisione sulla riscrittura dello Statuto e del Manifesto, a condizione di un via libera al voto su Rousseau sulla leadership di Conte. Ma, dicono sempre i bene informati, Casaleggio avrebbe rifiutato e preferirebbe sciogliere il nodo degli arretrati, del rapporto con M5S e della direzione che intende prendere. Da qui l’impasse. 
Redazione
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