giovedì, Marzo 28, 2024

Sindacati in pressing sulle pensioni: si riapra subito il cantiere della riforma prima dello stop a Quota 100 a fine anno

Sindacati in pressing sulle pensioni, perché si riapra subito il cantiere della riforma, prima dello stop a Quota 100 a fine anno, definendo nuova flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Tema su cui Cgil, Cisl e Uil insistono per l’avvio di un confronto con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, e lanciano l’iniziativa “Cambiare le pensioni adesso”, in programma oggi con i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Restano intanto in attesa di una convocazione dal premier Mario Draghi sul Recovery plan, chiesta la scorsa settimana dagli stessi segretari generali sostenendo “l’importanza strategica” del Pnrr ma giudicando “inadeguato” il confronto avuto finora con il Governo sulla definizione delle priorità, degli obiettivi e delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Uno strumento considerato “fondamentale” per il rilancio del Paese, per aumentare l’occupazione, a partire dai giovani e dalle donne, e per ridurre i divari territoriali, secondo i sindacati che reclamano un ruolo anche nella governance. Al centro le riforme, che avranno “un impatto diretto” sul lavoro, su cui chiedono l’indicazione delle ricadute. Mentre prosegue il confronto sula riforma degli ammortizzatori sociali, su cui nel pomeriggio è in calendario un nuovo tavolo delle parti sociali con Orlando, questa volta dedicato alle modalità di gestione, dopo che sulla parte relativa al perimetro e alla definizione dello strumento universale di protezione dei lavoratori si cerca una sintesi tra le diverse posizioni.
Sul fronte della previdenza, i sindacati tornano quindi a chiedere al Governo di aprire al più presto un tavolo. A fine anno si conclude la sperimentazione triennale di Quota 100, la possibilità di uscita anticipata con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi, ed il pensionamento di vecchiaia a 67 anni tornerà la via principale, a meno che non si abbiano 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le lavoratrici).
Con il timore sul cosiddetto “scalone”. Cgil, Cisl e Uil rilanciano la piattaforma unitaria e chiedono di superare la legge Fornero a partire dal 2022, di introdurre una flessibilità in uscita dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, di riconoscere la diversa gravosità dei lavori e anche il lavoro di cura delle donne, le maggiori vittime dell’inasprimento dei requisiti pensionistici degli ultimi anni; di prevedere una pensione di garanzia per i giovani, di sostenere il reddito dei pensionati ed estendere la 14esima, di rilanciare la previdenza complementare.
Redazione
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