giovedì, Marzo 28, 2024

Musica, il premio Nobel Bob Dylan spegne 80 candeline: il padre spirituale della canzone d’autore

Il 24 maggio 1941 a Duluth, in Minnesota, nasceva uno degli artisti più eclettici e geniali dell’ultimo secolo, in grado di rivoluzionare il mondo della musica, della cultura popolare e della letteratura. Cantautore, scrittore, poeta, attore, ma anche pittore, scultore e conduttore radiofonico, Bob Dylan oggi festeggia 80 anni.  “Bob ha liberato le nostre menti nello stesso modo in cui Elvis ha liberato il nostro corpo”. Probabilmente è questa la frase che meglio descrive l’incredibile influenza che Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, ha esercitato sulla cultura contemporanea. Una definizione che arriva da un altro grande cantautore statunitense, Bruce Springsteen, che pronunciò queste parole nel gennaio 1988 in occasione della cerimonia con la quale il menestrello di Duluth venne inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.
IL NOBEL PER LA LETTERATURA
Da allora sono passati 30 anni e molti altri riconoscimenti sono arrivati per Dylan che può vantare: un Grammy Award alla carriera, un Premio Pulitzer, il Polar Music Prize, la National Medal of Arts e la Presidential Medal of Freedom. Quello che ha fatto più ‘rumore’ è datato 13 aprile 2016, quando l’Accademia svedese ha deciso di assegnarli il premio Nobel per la Letteratura per “aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”. Nonostante la candidatura di Dylan fosse nell’aria sin dai primi anni 2000, l’annuncio ha sollevato diverse polemiche. Ad alimentarle si è aggiunto anche il silenzio dell’artista dopo l’annuncio del premio (la telefonata di ringraziamento all’Accademia è arrivata solo dopo due settimane) e la scelta di disertare la cerimonia ufficiale della consegna dei Nobel a dicembre. La vicenda si è chiusa nel giugno 2017 quando, come da tradizione, Dylan ha consegnato la ‘Nobel Lecture’, una sorta di Lectio magistralis, nella quale l’artista si è “chiesto quale fosse precisamente il legame tra le mie canzoni e la letteratura” e ha ripercorso una serie di elementi ispiratori che spiegano la commistione tra i due mondi.
FIGURA CHIAVE DEL ‘MOVEMENT’
La fama di Dylan ha radici profonde che affondano negli anni Sessanta, durante i quali il cantautore diventa uno dei simboli del ‘movement’, il movimento di protesta negli Stati Uniti. Le sue canzoni, attingendo a piene mani dalla letteratura e dalla storia americana, sfidano le convenzioni del tempo contribuendo a dare forma alla controcultura. Al cantautore si deve, di fatto, l’ideazione del folk-rock, anche se poi nella sua lunga carriera è stato in grado di spaziare dal country al blues, dal rockabilly al jazz. Oltre alla genialità artistica a Dylan si devono anche una serie di innovazioni nell’industria discografica: con gli oltre 6 minuti di “Like a Rolling Stone” del 1965 firma il primo singolo di successo ad avere una durata non commerciale; “Blonde on Blonde”, del 1966, è il primo album doppio della storia del rock; e il video promozionale del brano “Subterranean Homesick Blues” (1965) è l’apripista dei videoclip.
PRODUTTORE DI WHISKEY
Tra il mese di marzo e aprile di quest’anno, dopo aver pubblicato tre nuovi album “Fallen Angels”, “Triplicate” e “Trouble No More”, Dylan è tornato ad esibirsi in Italia con il suo “Never Ending Tour”. La musica, però, non è l’unica attività a tenerlo occupato in questi ultimi tempi. Il mese scorso ha annunciato il lancio di una linea di whisky, la “Heaven’s Door” dal chiaro rimando alla sua celebre canzone “Knockin on Heaven’s Door”. L’impresa commerciale, alla quale partecipa l’imprenditore del settore Marc Bushala, ha dato vita a tre tipi di liquori, uno al segale dritto, un bourbon dritto e un doppia canna, da sorseggiare rigorosamente ascoltando i versi del menestrello di Duluth.
Redazione
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