sabato, Aprile 20, 2024

Torino, la Procura indaga sulla morte di un diciottenne che domenica scorsa sui è suicidato gettandosi sotto un treno tra le stazioni Lingotto e Moncalieri

La procura di Torino indaga sulla morte di un diciottenne che domenica scorsa sui è suicidato gettandosi sotto un treno tra le stazioni Lingotto e Moncalieri. Bullismo e omofobia le ipotesi avanzate dall’inchiesta coordinata dal pm Antonella Barbera. Il giovane non ha lasciato nessun biglietto, ma sulla sua pagina Instagram, tra i numerosi messaggi di cordoglio, ci sono insulti e persino un “morte ai gay”. La storia del giovane è riportata dal quotidiano La Stampa.
“Il problema delle menti chiuse è che hanno la bocca aperta”, ha scritto sul social il giovane, lasciando intendere che non sempre la sua omosessualità veniva accettata. “Mi aveva confessato di aver paura di alcune persone. Non mi ha spiegato chi fossero, non ha fatto nomi. Era preoccupato. Diceva che mettevano in dubbio la sua omosessualità”, racconta al quotidiano torinese il fratello Mario. “Lo prendevano in giro perché era omosessuale” riferiscono alcuni amici. I genitori chiedono giustizia e in procura si prova così a fare luce sulla sua morte. Gli agenti della polizia ferroviaria hanno acquisito i messaggi, sono andati a parlare con gli insegnanti dell’istituto professionale che il giovane frequentava per diventare barman e cameriere, con i compagni di classe, gli amici. “Il bullismo, di qualunque forma, è una piaga della nostra società. La mia vicinanza alla famiglia in questo momento di grande dolore. Nulla potrà colmare il vuoto che Orlando ha lasciato, ma che questo ci serva come monito per dire ‘mai più'”. Così l’assessore ai Diritti della Città di Torino, Marco Giusta, a proposito del suicidio del diciottenne sul quale la procura ha aperto un fascicolo ipotizzando che sia stato vittima di bullismo e omofobia. “Abbiamo ora una possibilità importante per cambiare le cose – sottolinea Giusta -, e mi rivolgo ai senatori e alle senatrici: approvate il Ddl Zan. Sostenete un cambiamento che possa iniziare dalle scuole, perché diventino un luogo sicuro dove le nuove generazioni possano formarsi senza la paura di essere se stesse e se stessi”.
Redazione
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