giovedì, Aprile 18, 2024

Covid, il ministro Bianchi rassicura: “A settembre si torna in classe in presenza. Questo l’orientamento del governo”

A settembre si torna in classe in presenza. Questo l’orientamento del governo. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ribadisce a “Radio Anch’io” la sua posizione maturata dopo l’incontro con l’associazione presidi e i sindacati per parlare della ripartenza dell’anno scolastico. “Sono ottimista perché vedo che noi tutti stiamo lavorando moltissimo”. “L’85 per cento degli insegnanti su base nazionale è vaccinato, ci sono delle differenze regionali ma contiamo di raggiungere l’85-90 per cento in tutto il paese. Se c’è una regione con solo il 70% dei docenti vaccinati – ha sottolineato – il generale Figliuolo si concentrerà su quella per portarli al livello nazionale. Nei prossimi giorni il Governo prenderà evidenza se servirà un ulteriore passaggio per un bisogno di omogeneizzazione in tutto il Paese. La scuola è il mondo che ha risposto meglio”, dice.  “Anche i ragazzi stanno rispondendo benissimo. Il generale Figliuolo ha detto che arriveremo a settembre ai 2/3 dei ragazzi vaccinati. Ho grande fiducia in loro”, ha concluso Bianchi, aggiungendo che “la scuola resta il posto più sicuro”. Ma i presidi chiedono che anche i ragazzi siano vaccinati, quindi obbligo: “Ne discuteremo con tutto il governo. La scelta nostra è tutti in presenza, su questo ci misuriamo per avere tutte le condizioni, dentro e fuori la scuola, per essere presenti tutti”. Il piano scuola sarà presentato venerdì prossimo alle Regioni e seguirà le linee già indicate dal parere fornito dal Cts: dall’utilizzo delle mascherine – anche quelle trasparenti laddove sia necessario per favorire una migliore comunicazione – all’importanza del distanziamento, che non sarà comunque imprescindibile. Resta alta l’attenzione anche al tema dei trasporti anche se sembra inevitabile il ricorso allo scaglionamento degli orari per l’inizio delle lezioni.  Per quanto riguarda le vaccinazioni ai docenti – arrivate all’85,5% – e non, il Ministro, nel corso dell’incontro con i presidi e i sindacati Bianchi aveva detto che ci sarà una “forte raccomandazione”, quindi – almeno per ora – nessun obbligo. In sostanza l’ipotesi di un obbligo dei vaccini al personale scolastico sarà legata soprattutto all’andamento della campagna in queste settimane. Se i dati non dovessero ancora migliorare – soprattutto in alcune regioni – la raccomandazione potrebbe inevitabilmente diventare un obbligo attraverso un decreto e in queste ore proseguono gli aggiornamenti – in particolare sulle cifre – tra il ministro Bianchi e il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo. Fratta: “A favore di Green Pass per operatori scolastici” A margine dell’incontro con il ministro Bianchi di ieri, qualche perplessità da parte di presidi e sindacati. “Plaudiamo alla determinazione del ministro anche perché, dai dati a disposizione, risulta che la copertura vaccinale del personale scolastico sia pari all’85,5% su base nazionale”, ha detto Attilio Fratta, presidente di Dirigenti Scuola, sindacato dei presidi, che però ribadisce la sua convinzione: “Noi siamo per una ripresa in totale sicurezza: approviamo l’inserimento del Green Pass per chi lavora nella scuola”. Però, dice, “i problemi da affrontare sono numerosi e fino ad oggi irrisolti”. L’elenco comprende: la ripresa in sicurezza, sotto tutti gli aspetti, la salute pubblica, l’edilizia scolastica. Inoltre, le classi pollaio, la copertura di tutte le strutture con personale di ruolo in possesso delle necessarie competenze e la presenza dei dirigenti in tutte le scuole. “Senza la risoluzione dei problemi – avvisa -, la riapertura dell’anno scolastico sarà messa a rischio”. Giannelli sulla vaccinazione agli studenti “Le condizioni per un rientro duraturo e in presenza dipendono essenzialmente dall’esito della campagna vaccinale per personale della scuola e studenti. L’alternativa, deve essere chiaro a tutti, è la didattica a distanza”, dice il presidente nazionale dell’Anp, Antonello Giannelli, dopo la riunione operativa con il ministro. Spiegando che “il parere del Cts del 12 luglio non è sufficientemente preciso” e dunque “deve essere tradotto in concrete indicazioni per le scuole”. Non solo, Anp chiede chiarezza anche su obbligo vaccinale e distanziamento, in particolare, senza il quale “la dad sarà inevitabile, soprattutto per le scuole superiori nei centri urbani più grandi”. Poi Giannelli indica il nodo principale: “A nostro avviso resta la vaccinazione degli studenti”, confermando che “la struttura commissariale ha garantito la distribuzione di mascherine per tutti e l’introduzione di mascherine trasparenti per agevolare le persone non udenti”. Francesco Sinopoli della Cgil segnala gli “otto milioni di studenti non vaccinati, un virus in continuo mutamento e la questione di trasporti completamente trascurata”.   Maddalena Gissi della Cisl avverte: “Bisogna capire se regole saranno le stesse dell’anno scorso, visto che il virus ancora circola, oppure se si è deciso un vero cambio di passo”.   Il dibattito politico Sullo sfondo resta acceso il dibattito politico, con il presidente della conferenza delle Regioni e del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che insiste: “Per riprendere la scuola in presenza per tutti, senza più dover ricorrere alla didattica a distanza, la percentuale di riempimento dei mezzi pubblici dovrà salire all’80”. Il presidente in pectore del M5S, Giuseppe Conte, poi, esorta a “fare di tutto per consentire le lezioni in presenza, la dad si è sviluppata per troppo tempo”. Il sottosegretario alla Salute, il forzista Andrea Costa, invece, spiega che se il problema delle mancate vaccinazioni del personale scolastico “dovesse persistere, dobbiamo valutare anche l’ipotesi di introdurre l’obbligo vaccinale per questa categoria”. Una posizione più netta è quella di alcuni governatori, come il ligure Giovanni Toti: “se non sarà garantita la soglia di sicurezza di personale immunizzato, è bene valutare l’ipotesi di introdurre l’obbligo”.
Redazione
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