sabato, Aprile 27, 2024

Siria: 8 anni fa il rapimento di Padre Paolo Dall’Oglio a Raqqa

Quel 29 luglio del 2013 era un lunedì e da quel giorno non si hanno più notizie certe di padre Paolo Dall’Oglio rapito a Raqqa, nel nord della Siria, da formazioni jihadiste. Nell’ottavo anniversario del sequestro del gesuita, per i familiari è necessario mantenere viva l’attenzione sulla sua vicenda e sulla Siria raccontando anche ai bambini la sua missione, il suo carattere, la vocazione sacerdotale. “Paolo è avventuroso, è coraggioso. Si è affidato a Dio e, anche se era pericoloso, quando è scoppiata la guerra è voluto tornare in Siria. Fin da piccolo ha dato prova della sua grande capacità di comunicare con tutti”, ha detto Francesca, sorella del sacerdote, durante un incontro con i bambini svoltosi ieri nel centro “Fonte di Ismaele”, a Roma, luogo di assistenza e cura dedicato a donne e bambini che vivono in condizioni di emarginazione sociale. Andando con la mente a una gita di famiglia in montagna, quando il fratello era ancora piccolo – riporta il settimanale della diocesi di Roma, RomaSette – Francesca ha raccontato uno dei tanti episodi che testimoniano la predisposizione del sacerdote al dialogo e al confronto con gli altri. Quarto di otto figli, nato nel 1954, Paolo “a un certo punto si è perso – ha spiegato Francesca -. dopo un po’ lo abbiamo ritrovato mentre chiacchierava con un pastore. Non abbiamo mai saputo di cosa stessero parlando ma lui era felice”. Nelle parole della donna la speranza di poter riabbracciare il fratello quanto prima: “Nel mio cuore sento che è vivo – ha affermato -. spero che un giorno possiate conoscerlo, sono certa che per lui sarebbe una grande gioia”. Questo desiderio di tessere relazioni e di dialogare con tutti “rappresenta l’opera di padre Paolo – ha aggiunto il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – dialogare con l’islam non è semplice ma lui ha tentato questa strada impervia rischiando fino in fondo. Questo è uno stimolo a non arrendersi davanti alle difficoltà, a non lasciare solo nessuno.” Noto per aver rifondato, in Siria, negli anni ottanta, la comunità monastica cattolico-siriaca Mar Musa (Monastero di san Mosè l’Abissino), a nord di Damasco, il gesuita romano è stato per tre decenni animatore di quello che è stato luogo di riferimento per il dialogo interreligioso e meta di migliaia di visitatori di varie religioni, con la benedizione di Assad e della Chiesa cattolica. L’attivismo nei mesi della rivolta gli causò tuttavia l’ostracismo del governo siriano, che minacciò la sua espulsione durante la repressione dei moti di protesta cominciati in forma nonviolenta il 15 marzo 2011 sulla scia della cosiddette ‘primavere arabe’ e poi sfociata in conflitto armato. Espulso per il suo impegno umanitario nel 2012, si trasferì a Sulaymanya, nel Kurdistan iracheno, animando la nuova fondazione monastica di Deir Maryam el Adhra. In qualche modo la comunità riuscì a preservarsi come un’oasi di pace nei primi mesi di scontri tra lealisti e ribelli. Tuttavia, nel crescendo di violenze del conflitto siriano, anche il monastero venne attaccato da milizie armate (il Mukhabarat di Assad, secondo gli oppositori; i fondamentalisti, secondo Damasco) e padre Paolo, abbandonando un’impossibile neutralità, cominciò a criticare il regime per la brutale repressione del suo popolo. Prima gli venne imposto il silenzio, poi Dall’Oglio venne espulso nel 2012. Malgrado l’allontanamento, però, il gesuita tornò almeno una volta nei territori controllati dai ribelli nel nord del Paese, prima di sparire. Rientrò due volte in Siria, per motivi umanitari, prima cercando di raggiungere le rive dell’Oronte, per raccogliersi in preghiera sulle fosse comuni, poi recandosi, alla fine del luglio 2013, a Raqqa, nel nord del Paese. Il suo rientro in Siria, nel luglio 2013, era mosso dal desiderio di impegnarsi in difficili trattative per la liberazione di un gruppo di ostaggi a Raqqa. Di lui si persero le tracce mentre si trovava nella città per cercare di mediare tra i gruppi curdi e i jihadisti arabi. Il 29 luglio di otto anni fa padre paolo Dall’Oglio sarebbe stato rapito da un gruppo di estremisti islamici. Da quel giorno sulla sua sorte emergono notizie contraddittorie. Voci e smentite sulla sua sorte si rincorrono da anni ma nessuna di queste è mai stata confermata.
Redazione
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