venerdì, Aprile 19, 2024

Vicenda dell’atleta Tsimanouskaya: sono stati espulsi i due allenatori bielorussi che volevano farla rimpatriare

Ai due allenatori bielorussi coinvolti nel tentativo di rimpatriare l’atleta Krystsina Tsimanouskaya, che adesso si trova in Polonia, è stato ritirato l’accredito e hanno lasciato il villaggio olimpico a Tokyo. Si tratta di  Artur Shimak e Yury Maisevich.  In un comunicato, il Comitato olimpico internazionale (Cio) ha spiegato di aver revocato l’accredito “in via provvisoria, per il benessere degli atleti del Comitato olimpico nazionale della Bielorussia che si trovano ancora a Tokyo” e che i due allenatori, Artur Shimak e Yuri Maisevich, “avranno l’opportunità di essere ascoltati” nell’ambito del procedimento disciplinare avviato per far luce su quanto accaduto. Tsimanouskaya è stata accolta dalla Polonia dopo aver chiesto la protezione della polizia giapponese contro il tentativo della sua delegazione di rimpatriarla. L’atleta, dopo aver pubblicato sui social messaggi in cui criticava i suoi tecnici per averla inserita in una gara senza informarla prima, aveva espresso timori per la sua vita e, per questo, aveva chiesto e ottenuto protezione dal Paese nipponico. Nella giornata di lunedì aveva poi ottenuto un visto umanitario dalla Polonia dove attualmente si trova. In alcune interviste ha raccontato che è stata la nonna a consigliarle di non tornare a Minsk.    Dopo aver criticato pubblicamente la sua federazione, nel corso delle Olimpiadi di Tokyo, la sprinter ha raccontato che i due allenatori sono entrati nella sua stanza e le hanno intimato di fare immediatamente le valigie, per rientrare in Bielorussia. Poi è arrivata la telefonata della nonna che le diceva di non partire perché in televisione venivano avanzati dubbi sulle sue condizioni mentali. “Non ci potevo credere e le ho chiesto: ‘Sei sicura?’ E lei ha detto: “Sì. Ne sono sicura. Non tornare indietro”, ha raccontato. “Per questo sono andata dalla polizia”. E poi è fuggita a Varsavia. La Bielorussia ha affermato che l’atleta è stata rimossa dalla squadra olimpica per il suo stato emotivo, ma lei ha spiegato che non è vero. Il caso ha nuovamente messo sotto i riflettori sul regime di Lukashenko dopo l’ondata di repressione contro l’opposizione. La velocista ha assicurato di voler tornare in patria, ma non adesso, perché è troppo pericoloso.
Redazione
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