“Oggi Patrick completa un anno e mezzo di detenzione preventiva nelle prigioni egiziane, una dura esperienza che ha sconvolto la sua vita con i suoi amici e la sua famiglia e ha messo in pausa la sua vita accademica”, ne “chiediamo il rilascio immediato”. Così gli attivisti di ‘Patrick Libero’ sui social a proposito dello studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato il 7 febbraio 2020 al Cairo. “Patrick ha sofferto molto durante tutto questo periodo – scrivono – tra le torture subite nelle prime ore di detenzione, la fabbricazione di capi d’accusa per creare un caso, l’abuso della detenzione preventiva durante le udienze e il protrarsi della sua detenzione ingiustificata nonostante la mancanza di chiarezza delle accuse contro di lui. Tra un inverno freddo e un’estate molto calda, Patrick soffre nella sua cella con risorse quasi inesistenti e condizioni di detenzione disumane”.