giovedì, Aprile 25, 2024

Sindaco e voi consiglieri di maggioranza ascoltate l’urlo di rabbia dei cerveterani

Dalla Garbatella al Sasso, da Fontana Morella a I Terzi da Campo di Mare a Pian della Carlotta, da Cerenova alle Due Casette, da Ceri a Valcanneto

Ciao sono il rione, per chi non mi conosce sono un organismo di volontariato intento a tenere unite e vive le persone che animano un quartiere, animare e vivacizzare le strade e le piazze della mia città. Non sono solo, siamo in totale otto rioni che uniti copriamo l’intera superficie del centro abitato cittadino. Sono nato già da qualche anno per volontà di un gruppo di amici. Dalla mia nascita all’inizio della pandemia io e i miei amici rioni siamo cresciuti molto, abbiamo lavorato tanto per amore dei nostri rionali e della nostra città. Ho dato tanto alla mia città, ho faticato, gioito, discusso e anche pianto per gioia ma purtroppo anche per tristezza e dolore. Ho regalato tanti sorrisi, ho tenuto compagnia a tante persone, ho ripopolato tante strade e piazze spesso dimenticate. Sono sempre riuscito a distinguermi e anche a fare la differenza nelle organizzazioni alle quali ho partecipato. Ho salvato tante situazioni, ho fatto lavori umili e a volte come si dice dalle nostre parti, ho fatto anche lo “sguattero” animato sempre per il bene della mia città. Spesso ho lavorato a mie spese o con l’aiuto di tanti benefattori e sostenitori, poche volte con irrisori contributi. Tutti i mesi dell’anno mi hanno visto protagonista tra le tante manifestazioni e feste paesane, non sono mancate significative iniziative benefiche. Il mio grande impegno era sempre maggiormente concentrato in estate, quando confezionavo esclusivi e ricchi eventi finalizzati alla partecipazione della nostra grande festa di agosto, la Sagra dell’uva e del vino. Ho avuto sempre tanti corteggiatori ed inviti per essere presente in ogni manifestazione o iniziativa. Poi improvvisamente la pandemia, quasi a cancellare la mia esistenza, i tanti corteggiatori ed inviti improvvisamente cessati, in fondo anche il mondo si è fermato…. mai ricevuto in tutti questi mesi una parola di conforto o un piccolo interessamento da parte dei miei corteggiatori, per sapere se ancora esisto o se la pandemia ha cancellato pure me. Questi giorni dell’anno per me erano giorni molto intensi, erano a ridosso della nostra grande festa di agosto, la sagra, alla quale negli ultimi anni ho dedicato tante forze con l’unica soddisfazione di averla riportata alla gloria. Quest’anno sono particolarmente triste, abbiamo appreso dai social che qualcosa che ricordi la sagra dell’uva e del vino ci sarà, non nascondo un po’ di rabbia nell’ascoltare questa notizia. Non pretendevo di essere invitato ma almeno di essere informato, a pensare che quando servivo riunioni ed inviti erano all’ordine del giorno e della notte. Fino a prova contraria è anche la mia festa, anche se non potrà essere come eravamo abituati a viverla ma sarà in una forma contingentata, anch’io sarei stato capace di esserci nel rispetto delle regole, anche con la semplice esposizione del mio stendardo a ricordare la tradizione popolare della nostra festa. Ho tanto ascoltato dalle bocche dei nostri amministratori che bisogna ripartire e ho anche assistito a tante e forse troppe ripartenze. Mi viene di pensare che i miei corteggiatori si sono dimenticati di me o forse si sono innamorati altrove, dove le storie estive mietono più consensi. Voglio ricordare a tutti che il rione non è morto, il rione c’è ed è sempre pronto a lavorare intensamente per la sua città. Voglio però ricordare ai miei corteggiatori che mi ricorderò dei loro comportamenti nel prossimo futuro, forse più prossimo che futuro. Attendo con ansia di ripartire nella normalità, ma soprattutto lo aspettano i miei rionali, i miei amici, i simpatizzanti e sostenitori. Voglio tranquillizzare tutti che i rionali stanno bene, sono un po’ dormienti e tristi, ma vivi, attenti e carichi, e pronti a combattere come hanno sempre fatto. Questo è lo sfogo accorato del rione, innamorato sempre più della sua città, ma triste per l’abito che la mia città spesso è costretta ad indossare, un po’ sbiadito nei colori e poco rifinito nelle cuciture. Pensiero personale di un attento rionale. Buona festa a tutti e viva Cerveteri! Francesco Ricci.
AGGIORNAMENTO del 30.08.2021 ore 17.28

Identità tra tradizioni sacre e profane

di Alberto Sava
Al pari della Pro Loco, azzerata da tempo dal sindaco uscente Pascucci, i comitati dei rioni hanno goduto di periodi di forti presenze organizzative negli appuntamenti della tradizione cerveterana e di partecipazione attiva ad eventi più attuali. Nel tempo sono nati e si sono sciolti diversi comitati rionali come il comitato Tyrsennia e quello storico della Boccetta, quartiere che racchiude il suggestivo e rinascimentale centro storico di Cerveteri. La Sagra dell’Uva in estate, la Passione del Venerdì Santo in primavera, e la festa della benedizione degli animali il 17 gennaio in inverno, rappresentano i tre appuntamenti cardine della tradizione contadina e religiosa della comunità locale. Di seguito i pensieri e riflessioni in rete dell’ex rione Boccetta, quartiere i cui residenti saranno sempre i custodi delle trazioni:     “È difficile spiegare quello che vuol dire essere Rione, farne parte, uniti da un amore per il territorio e per il proprio paese, è quella molla che ti fa fare tardi per dipingere un pannello anche se hai sulle spalle una giornata di lavoro, è aggregazione con persone che non avresti pensato di frequentare, è divertirsi ad organizzare un evento, sentirsi importanti per un bene comune. È difficile spiegare e distaccarsene. Dopo tanti anni non riesco a cambiare il mio nome su fb, sarebbe come tradire se stessi. Questo è il fine settimana che, quando ancora eravamo Rione, aspettavamo con trepidazione. Ricordo le ansie, le paure, l’attenzione perché tutto fosse pronto per la sagra. Quando la sagra eravamo noi… certo, le polemiche c’erano sempre, tutti gli anni, penso sia normale quando ci sono queste manifestazioni. Mi ricordo quando siamo nati, noi “custodi della tradizione”, pieni di orgoglio, voglia di fare, di ridere, di divertirci, di essere solidali, poi… ricordo anche la dolorosa scelta di chiudere, per varie difficoltà. Le cose cambiano, è vero, per il rione abbiamo pianto, riso, faticato tanto, lavato montagne di piatti e teglie, cucinato, ci siamo improvvisati venditori ambulanti, ristoratori contabili, commercialisti, pittori e non so ancora quanto altro ma sempre con il cuore. Ci hanno dato degli illusi, degli stupidi e anche dei patetici. Forse avevano ragione ma ogni volta che si avvicina questo ultimo weekend di fine agosto ci viene un magone, nostalgia per ciò che è stato e non è più, i ricordi riaffiorano e allora non si ricordano più le fatiche, le discussioni, le arrabbiature, no, ci vengono in mente le risate le battute, i sogni che ognuno di noi aveva, le serate di musica, episodi divertenti, le riunioni fino a tardi nelle case…la sagra siamo noi…anche se rione non lo siamo più…custodi della tradizione sempre.. sempre… nonostante tutto. W Cerveteri”. Di tono completamente diverso l’intervento che arriva da oltre Aurelia.   Nella frazione marina il Comitato di Cerenova-Campo di Mare è attivo da anni ed opera con uno statuto incardinato sulle spinte sociali dei cittadini che popolano la zona mare. Sul mancato coinvolgimento dei rioni, il presidente Enzo Musardo afferma: “La Sagra dell’Uva è da sempre un appuntamento della radicatissima tradizione cerveterana. Noi però di Cerenova e Campo di Mare non siamo mai, ripeto mai, stati coinvolti nella organizzazione della Sagra dell’Uva. Quindi è una trazione che sentiamo lontana e quanto è successo non ci meraviglia affatto. Nel tempo abbiamo creato i nostri appuntamenti per la nostra comunità, eventi che celebriamo puntualmente con il coinvolgimento organizzativo di quanti sono disponibili. Vi assicuro che sono sempre tanti e li ringrazio tutti. Di seguito le dichiarazioni dei presidenti dei rioni ceretani storicamente presenti nella fasi organizzative di eventi per tutti e di quelli realizzati nei singoli quartieri.
ll Presidente del rione Madonna dei Canneti
Dichiara Manuele Parroncini “Dispiace pensare ad una festa dell’uva senza la partecipazione dei Rioni, eppure i rionali quando sono stati chiamati in causa anche all’ultimo hanno sempre dimostrato quanto grande fosse il loro valore. Peccato!”
Il Presidente del rione Fontana Morella
Afferma Luciano Ricci: “Come tutti gli altri rioni sono rimasto sconcertato per non essere stato neanche informato sulla realizzazione della festa dell’uva ex Sagra dell’Uva. Infatti pensavamo che anche quest’anno non si sarebbe svolta. In prima persona, come i miei rionali di Fontana Morella, siamo molto dispiaciuti di non essere stati interpellati. Capiamo la situazione Covid, la necessità di un evento più soft, ma una piccola partecipazione non ci sarebbe dispiaciuta. Noi come rione siamo sempre stato un punto fondamentale per le varie feste ed iniziative, sia comunali che organizzate in proprio come rione. Sperando che sia stata solo una svista da parte degli organizzatori dell’amministrazione comunale, rimaniamo sempre disponibili per rendere Cerveteri un paese sempre più allegro. gioioso e con tanta voglia di fare nuove cose e nuove iniziative”. Il consigliere comunale civico Alessandro Magnani, storico membro del comitato del rione Fantana Morella, interviene dichiarando: “Provo molto amarezza nel dover constatare, ancora una volta, il distacco del sindaco e della giunta dalla realtà cittadina. Lascia senza parole il disinteresse verso la Sagra dell’Uva, che rappresenta le nostre tradizioni, il nostro spirito comunitario, la nostre vocazioni e la nostra identità territoriale. La Sagra dell’Uva non è una loro priorità ed hanno preferito organizzare, in tempi ridottissimi, un evento che meritava miglior cura. Una festa ‘last minute’ senza coinvolgere i Rioni, che negli anni sono stati la vera linfa vitale della festa che nell’ultimo week end di Agosto ha sempre mobilitato schiere di volontari di tutti i quartieri di Cerveteri e frazioni. La Sagra dell’Uva andava fatta coinvolgendo tutti, dai monti al mare. Magari allestendo una nostra dei carri allegorici sul piazzale lungomare a Campo di Mare, con ingressi contingentati per il Covid. Una proposta semplice, un’idea…Ma programmazione e organizzazione è un binomio sconosciuto agli assessori dell’esecutivo Pascucci, e si vede!”
AGGIORNAMENTO del 30.08.2021 ore 18.35

La replica del sindaco alle parole di Francesco Ricci sull’esclusione dei Rioni

“Ciao, sono Alessio Pascucci e come tante altre volte è accaduto in questi anni, sto per fare quello che da sempre mi viene sconsigliato da tutti: dire senza fronzoli quello che penso. Per chi non dovesse conoscermi, sono il Sindaco di Cerveteri, la persona che, nel bene, ma soprattutto nel male, risponde delle decisioni prese. Non sono solo, sono affiancato da un gruppo di ragazze e ragazzi, donne e uomini, che tutti i giorni, senza nessuna eccezione, dedicano il loro tempo alla nostra città, moltissimi da volontari, altri con indennità ampiamente inferiori alla mole di lavoro che devono affrontare, quasi tutti silenziosamente, senza cercare la ribalta dei social o la eco mediatica della stampa”, scrive Pascucci. “Lo fanno per amore e senso del dovere. Ed è soprattutto per loro che ho deciso di scrivere queste poche righe. Siamo uno dei pochi Comuni in Italia (e l’unico del comprensorio) a non aver interrotto la stagione culturale, né quest’anno, né lo scorso anno. Siamo convinti che la nostra identità sia anche e soprattutto fondata sulla Cultura e sull’Arte. Lo abbiamo fatto assumendoci delle responsabilità enormi e dovendo garantire il rispetto di tutte le misure anti Covid-19. Grazie al lavoro paziente e attento di tanti professionisti e volontari e dei nostri uffici, in questi due anni si sono alternati sui palchi dell’Estate Cerite e dell’Etruria Eco Festival (uno dei pochissimi festival italiani a non aver interrotto la programmazione durante la pandemia) artisti del calibro di Ascanio Celestini, Francesca Reggiani, Max Giusti, Cinzia Leone, Daniele Silvestri, Neri Marcorè, Subsonica, Negrita e tantissimi altri. E tutti, pubblico, stampa nazionale e artisti, ci hanno riconosciuto questo merito. Pubblicamente. Lo scorso anno dopo il DPCM di Ferragosto (molto stringente) abbiamo deciso di non fare la Sagra dell’Uva. Abbiamo incontrato una rappresentanza dei Rioni per condividere questa intenzione prima di annunciarla”. E il primo cittadino arriva alla decisione presa dall’amministrazione quest’anno, di realizzare una versione ridotta della Sagra dell’Uva. “Quest’anno, invece, grazie alle nuove norme e all’introduzione del Green Pass, abbiamo capito che sarebbe stato possibile realizzare un evento che, seppur in tono minore, richiamasse le nostre tradizioni. Lo abbiamo fatto consapevoli (sembra che tutti lo scordino, troppo concentrati sul proprio protagonismo) che la Sagra dell’Uva e del Vino è soprattutto una vetrina importante per i prodotti agricoli del nostro territorio, che stanno soffrendo pesantemente le conseguenze della crisi”. “La Piazza del Vino e dei Sapori è il cuore della manifestazione ed è proprio una delle tante novità introdotte dalla nostra Amministrazione, di cui siamo orgogliosi. Sapevamo che molte delle attività tradizionali non si sarebbero potute tenere: la sfilata dei carri, la gara della pigiatura, i fuochi pirotecnici, le bancarelle lungo i giardinetti, tutto ciò che avrebbe potuto causare assembramenti non controllati”. “Per questo abbiamo deciso di chiamarla Festa dell’Uva. La Sagra, per noi, è un’altra cosa. La decisione è stata presa in pochissime ore e, come sempre, abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo. Viste le difficoltà del momento, abbiamo ritenuto opportuno incontrare i commercianti del Centro Storico e forse avremmo potuto (dovuto?) incontrare anche i Rioni. Non l’abbiamo fatto. E, benché fossi convinto che fosse sempre aperto un canale con il nostro assessore competente, probabilmente avrei dovuto approfondire di più. Nella concitazione di quelle ore, non è stato possibile. E mi spiace tantissimo. Mi spiace soprattutto perché leggo nelle parole di Francesco un dispiacere autentico. Però, verità per verità, è giusto dire che i toni non sono condivisibili”. “Sono un cervetrano atipico, me l’hanno sempre fatto pesare. Non vengo da una famiglia storica, non ho frequentato da bambino il mondo dei Rioni, non ho distribuito i panini con la porchetta al Patrono, né lanciato l’uva dal carro del Cavallari. Ho addirittura frequentato il liceo a Ladispoli. Quando sono diventato per la prima volta Consigliere, però, ho imparato tantissime cose sulla nostra splendida città e sulla sua storia. Cose che prima non sapevo e che oggi sento dentro di me. Proprio in quegli anni mi sono accorto che alcune nostre bellissime tradizioni (in primo luogo proprio la Sagra dell’Uva) stavano morendo. E tutti sapete quanto io tenga alla memoria”. “I Rioni non esistevano più, nessuno dei tanti innamorati delle tradizioni che leggo in queste ore, quelli che invece in questo mondo c’erano cresciuti, sembrava però avere a cuore questo problema. Come sempre, tutto si risolveva con le chiacchiere nostalgiche da bar, che da noi non sono mai mancate. Allora ero Vicesindaco con la delega alla Cultura e al Turismo e ho proposto a un gruppo di cerveterani storici (di quelli tosti e coriacei) di provare a rifondare i Rioni”. “La prima riunione, faticosissima, si fece in una serata gelida d’inverno sotto casa dei miei genitori, nel Rione San Pietro-Frati. Tutti ci dissero che era impossibile. Invece poi la storia ci ha dato ragione. Per questo, quando leggo e sento alcune affermazioni, sono io a dispiacermi. Dov’erano tutti quelli che oggi si sentono “proprietari” delle tradizioni? Come mai non le difendevano con le unghie e con i denti? In questi mesi, e soprattutto nelle ultime settimane, tantissimi cittadini, anche meno storici e radicati, anche provenienti dalle diverse frazioni, anche molto giovani, ci hanno contattato per avere informazioni sulla Sagra, per sapere se si facesse o meno. Ed è stato soprattutto il loro stimolo a farci studiare come matti per trovare un modo per organizzare un evento sicuro in piena emergenza Covid”. “E penso, fra tutti, a Luca, il Bomber: un giovanissimo ragazzo della nostra città, che con cadenza settimanale mi chiede sempre se si farà la Sagra, se ci saranno i carri, i fuochi; e sempre con la stessa emozione negli occhi. Mi spiace dover dire che invece dai Rioni, da tutti quelli che in queste ore leggiamo sui social, non sia arrivato nessun segnale. Neanche sulla chat WhatsApp che anni fa ho creato appositamente per tenermi in contatto con i loro rappresentanti e dove quotidianamente invio le comunicazioni cittadine. Nessun segnale. Come mai tutte queste parole solo oggi? Forse una telefonata me la sarei aspettata, invece di dover leggere il post su Facebook”, ha proseguito Pascucci. “È vero, mi si risponderà, doveva essere l’Amministrazione a contattarli. E, se questo è stato l’errore imperdonabile, chiedo di nuovo scusa e ribadisco la mia disponibilità (come sempre, aggiungerei) a far fare ai Rioni qualunque attività abbiano pensato. Le altre associazioni del territorio organizzano eventi, iniziative, manifestazioni e vengono a proporsi. Cosa c’è di diverso in questo caso? Lo chiedo soprattutto perché c’è una parola, in quel lungo post di sfogo, che mi ha messo tantissimo a disagio: “corteggiare”. Stiamo tutti lavorando per Cerveteri o qualcuno per mettersi in campo ha bisogno di essere corteggiato? Come mai questo lungo post dopo mesi di silenzio assordante, in cui anche negli incontri casuali non si è fatto mai accenno alla Sagra?” “I Rioni vogliono fare qualcosa in questi giorni? E allora facciamolo, ma tutti insieme. Perché la Sagra, dobbiamo saperlo, non è nostra; non è del Sindaco, non è dei Rioni, non è delle Cantine, è della città. È di tutti, perché tutti (che ci piaccia o meno) siamo cerveterani. Altrimenti sembrerà, credetemi, che “sciatto e un po’ sbiadito nei colori” sia il vestito di chi è pronto a mettersi in moto per Cerveteri solo se dovutamente “corteggiato”. “Luca, vero testimone della tradizione (peraltro rionale doc), ha il fuoco negli occhi. A lui e a tutti i ragazzi e le ragazze che in questi mesi, giorno e notte, hanno dato l’anima perché fossimo tra i pochi Comuni d’Italia a mantenere vive le nostre tradizioni, dobbiamo dedicare i nostri sforzi e questa ultima manifestazione d’agosto. Se possibile, pur con gli errori che mia nonna diceva essere propri soltanto di chi fa le cose, tutti insieme”. “Scusandoci per le sviste, avendo in testa solo l’obiettivo. Perché sono convinto, da sempre, che non basti dichiararsi innamorati. Amare significa prima di tutto dare. E solo poi, e solo se accade, ricevere. Buona Festa dell’Uva a tutti”.
Redazione
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