giovedì, Aprile 25, 2024

Egitto, il grido di dolore di Patrick Zaki dalla gabbia degli imputati: “Non ho commesso alcun reato, ho solo esercitato il diritto di parola”

“Non ho commesso alcun reato”. Lo ha detto Patrick Zaki al giudice che gli ha chiesto delle accuse per le quali è imputato durante la breve prima udienza del processo che si è tenuto ad Al Mansoura. Secondo quanto appreso da Aki-Adnkronos International da Lubna Darwish, a capo del dipartimento per i diritti delle donne e la difesa di genere dell’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’ong egiziana con cui collaborava lo studente, Zaki ha spiegato di aver esercitato solo il suo diritto “alla libertà di parola”. Zaki ha anche dichiarato di non avere idea del perché sia ancora in custodia cautelare e ha chiesto di essere rilasciato in attesa del verdetto. La legale ha chiesto l’accesso al suo dossier per avere certezza che le accuse di istigazione al terrorismo siano effettivamente decadute, come sembra dalla natura della Corte, ha spiegato una fonte. Barba, occhiali e codino, Patrick era vestito tutto di bianco con camicia, pantaloni larghi e scarpe da tennis. Ha parlato con impeto davanti a un giudice principale, uno a latere e un cancelliere Lo studente ha affrontato oggi, dopo 17 mesi di detenzione cautelare, la prima udienza del processo penale che lo vede alla sbarra per il reato di diffusione di false notizie, un’accusa che potrebbe costargli una multa o la reclusione fino a cinque anni o entrambe le cose.
Redazione
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