giovedì, Aprile 25, 2024

La rabbia dei lavoratori della Whirlpool a Roma: Il governo ci deve sostenere

Sono arrivati a Roma gli operai della Whirlpool di Napoli. Sui volti la stanchezza di oltre due anni di proteste, nel tentativo di scongiurare la dismissione del sito di Napoli est, ultimo presidio industriale del quartiere. La multinazionale ha confermato, in più di una occasione, che i licenziamenti ci saranno e la fabbrica sarà chiusa. L’avvio dei licenziamenti per i circa 350 operai specializzati nella produzione di lavatrici di alta gamma, è sempre più vicino. Ma con la forza che li ha contraddistinti fin dall’inizio, nel maggio 2019, anche oggi si sono dati appuntamento prima dell’alba, in fabbrica, per andare nella Capitale alla sede del Ministero dello Sviluppo economico e organizzare un presidio. Hanno con loro delle tende che intendono montare davanti al Mise. “Siamo l’Italia che resiste, non ci fermeremo – dicono gli operai – Siamo l’Italia che resiste all’arroganza delle multinazionali e non ci fermeremo fino a quando non sarà ritirato il provvedimento di licenziamento e non sarà trovata una soluzione concreta per salvare questo stabilimento. Lottiamo per le nostre famiglie e per tutti gli operai che si trovano nelle nostre stesse condizioni”. “Sono passati tre governi e nessuno ha fatto niente – racconta un’operaia, che indossa la maglietta simbolo della vertenza ‘Whirlpool Napoli non molla’ – Ti senti abbandonato a te stesso, ti domandi: ‘Ma lo Stato dov’è? Noi continuiamo a combattere”. Vincenzo Accurso è il volto della protesta, in prima linea dall’inizio, senza mai tirarsi indietro. “Ci aspettiamo che il Governo fermi la multinazionale, la faccia ragionare e trovi una soluzione per noi che combattiamo da oltre due anni contro l’arroganza della multinazionale. Il peso della lotta si sente man mano che passano i giorni, ma non ci arrendiamo”, dice. Nei giorni scorsi i lavoratori si erano appellati direttamente al Capo dello Stato. In una lettera aperta, infatti, avevano chiesto “un diretto interessamento” del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla vicenda del sito di via Argine. I lavoratori aderenti a Fim Fiom e Uilm sfileranno in corteo da Piazza dei Cinquecento (Stazione Termini) fino alla sede del Mise. Una sorta di ‘autoconvocazione’ quella organizzata oggi dai sindacati voluta per fare pressione sul Mise affinchè riapra il tavolo bilaterale di confronto e dettagli il progetto di hub tecnologico che sembra poter decollare per l’area di Napoli. “Il Mise non può continuare a tergiversare, ma deve finalmente illustrare una soluzione che garantisca la ripresa produttiva nello stabilimento di via Argine”, ripete  la Uilm. Ma non solo. Il corteo intende far arrivare la propria voce anche al Ministero del lavoro dove, in contemporanea, proseguirà la discussione relativa alla procedura di licenziamento collettivo ad un passo dalla sua conclusione prevista per il 29 settembre prossimo; 75 giorni dopo l’invio della formalizzazione del licenziamento avvenuto il 14 luglio scorso. Un tavolo, questo, ammonisce ancora la Fiom, che non dovrà essere solo “meramente tecnico”: i lavoratori di Napoli infatti “non accetteranno l’assenza di risposte”, dice Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli