sabato, Aprile 20, 2024

Covid, parla il professor Brusaferro (Iss): “In questo momento la situazione epidemiologica vede l’Italia ben collocata, la circolazione virale è più bassa”

In questo momento “la situazione epidemiologica vede l’Italia ben collocata: la circolazione virale è più bassa rispetto ad altri paesi, come mostrano i dati. Ciò riflette due elementi importanti: il mantenimento delle misure di contenimento e protezione, mai dismesse anche durante l’estate, e il fatto di aver raggiunto buoni livelli di copertura vaccinale, anche se migliorabili soprattutto nelle fasce d’età più alte”. Lo ha detto Sergio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), al congresso Amit (Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali) in corso a Milano. “L’ultima curva con la variante Delta è in fase di decremento anche questa settimana”, ha aggiunto. Il dato dei giovani è messaggio di speranza Sono molto positivi i dati della vaccinazione nelle fasce più giovani (12-19 anni e 20-29), “che in pochissimo tempo hanno raggiunto coperture significative del 78-79% con prima dose tra i 20 e 29 anni, e la stessa cosa sta avvenendo tra 12 e 19 anni, con prima dose 63%. E’ un dato in crescita, un messaggio di speranza”, ha detto Brusaferro.  Le fasce giovani sono “attente e consapevoli sulla vaccinazione, anche se hanno un minore impatto sulla mortalità e la probabilità di ricovero in terapia intensiva – ha aggiunto – Ciò che avviene in questa fascia d’età contribuisce in modo decisivo alla circolazione del virus. Ora tutti guardiamo con attenzione alle scuole, perché vogliamo che rimangano in presenza.” Valutiamo a chi fare terza dose Per quanto riguarda la terza dose di vaccino anti-Covid, “è doveroso muoversi anche con il sostegno della ricerca scientifica. Poi si tratta di capire se e quando farla, a quali categorie, anche alla luce dei dati emergenti. I dati che arrivano da Israele la raccomandano, ma altri dati ci dicono che serve qualche riflessione in più. Stiamo facendo queste valutazioni, quindi sarei ancora cauto nel dire se e quando farla, stiamo acquisendo conoscenze”,  ha precisato il presidente dell’Istituto superiore di sanità. Alla domanda sull’opportunità di fare ora la terza dose anche agli operatori sanitari, Brusaferro ha precisato che allo stato attuale non ci sono dati scientifici “su quale sia la soglia di anticorpi protettiva. In una prospettiva più generale, l’operatore sanitario è una figura rilevante, molto esposta al virus e che può anche veicolare l’infezione. In prospettiva quindi gli operatori sanitari, come anche gli anziani ospiti nelle Rsa o nelle strutture di lungo-degenza, vanno valutati con attenzione. Hanno un’esigenza più prioritaria, rispetto agli altri, di un’alta copertura immunitaria. E’ una questione all’ordine del giorno di Iss, ministero della Salute e delle altre istituzioni coinvolte”. Brusaferro ha concluso sottolineando come “oggi siamo in una situazione in cui, grazie alle vaccinazioni, possiamo immaginare una strategia di controllo della circolazione del virus SarsCov2 caratterizzata da 2 fenomeni: spingere al massimo la vaccinazione per coprire la platea di giovani che vanno a scuola e università, e dall’altra promuovere il vaccino nelle fasce d’età più elevate, che nella fase autunnale rischiano le complicanze più gravi”. La sicurezza delle cure resti centrale anche in pandemia “Anche in periodo pandemico è giusto continuare a focalizzare l’attenzione sul tema della sicurezze delle cure, diventato uno degli assi portanti della gestione dei sistemi sanitari,  ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante ilconvegno organizzato dal Ministero della Salute in occasione della Giornata nazionale per sicurezza delle cure e dei pazienti, che si celebra oggi in Italia in concomitanza con il World Patients Safety Day dedicato, quest’anno, all’Assistenza materna e neonatale sicura. In Italia, ha ricordato, “abbiamo una norma del 2017, la legge Gelli, che ha sancito un principio importantissimo, ovvero il fatto che il nostro paese riconosce la sicurezza delle cure come parte costitutiva del diritto alla salute. Se guardiamo all’epidemia che stiamo vivendo, questa norma descrive esattamente gli assi portanti che ci guidano anche nel gestire la pandemia”.  Morti materne e neonatali spesso evitabili “La mortalità materna e neonatale è un evento drammatico e spesso evitabile” e un ruolo centrale lo ha “una organizzazione ospedaliera in grado di affrontare le possibili complessità che possono accompagnare il momento del parto”, ha detto Brusaferro. L’Istituto Superiore di Sanità, “che ha il compito di produrre evidenze scientifiche che fungono da supporto ai decisori politici nelle scelte di sanità, aggiorna le linee guida con le migliori pratiche da seguire, così come promuove corsi di formazione per i sanitari, anche a distanza”. Ma ha in carico anche la sorveglianza, ovvero la raccolta e l’organizzazione dei dati, sulla mortalità materna, perinatale e sotto i 24 masi. L’Italia, ha proseguito Brusaferro, “è uno dei paesi come la migliore sorveglianza sulla mortalità materna al mondo”. Quanto alla sorveglianza della mortalità perinatale, cioè quella che avviene entro la prima settimana dalla nascita, “una fascia particolarmente a rischio sono le gravidanze di mamme straniere, le gravidanze multiple e le nascite pretermine. Questo ci indica dove andare a investire per arrivare vicini al rischio 0”. L’ultima sorveglianza in questo settore, cioè quella relativa allo stato di salute di bambini tra 0 e 2 anni, “viene gestita attraverso la compilazione di questionari al momento della vaccinazione obbligatoria dei bimbi in questo arco di tempo e valuta alcuni determinanti, come l’abitudine del fumo in famiglia, la posizione del neonato nella culla, la vaccinazione,l’allattamento al seno”.
Redazione
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