giovedì, Marzo 28, 2024

Roma, manifestazione in piazza del Popolo in solidarietà con le donne afghane

“Siamo pronte a dare spazio e voce alle donne afghane che sono qui con noi, per una battaglia di libertà”. È iniziata così a piazza del Popolo a Roma la manifestazione “Oggi più che mai #Nonlasciamolesole”, iniziativa “nata da una assemblea di donne, senza nessuno dietro, un’iniziativa nata dal basso”. Da Roma a Milano, da Venezia a Bari, da Lecce ad Olbia sono tante le piazze che ospitano le donne italiane scese al fianco delle donne afghane, con il supporto di associazioni, movimenti e sindacati, unite dalle parole – diventate un hashtag – “Tull Quadze” che in pashtu significa “Tutte le donne”. Organizzato dall’Assemblea della Magnolia, nata da una costola della Casa internazionale delle donne in piena pandemia, e sostenuta da numerose associazioni, l’evento vuole accendere i riflettori sulle donne afghane – e non solo – perché grazie anche alla pressione della comunità internazionale sia loro consentito di partecipare alla vita politica, accedere al lavoro e all’istruzione, non rinunciare alle conquiste degli ultimi vent’anni.  Sul palco saliranno alcune donne afghane, insieme a tante altre, per ricordare che “La rivoluzione della cura è tutta un’altra storia!”. In piazza anche i militanti della fondazione Pangea, con la lettera “P” disegnata sulla mano, ‘la “stessa P che nei giorni drammatici della presa dei talebani è diventata un simbolo: il lasciapassare verso la libertà disegnato sulla mano di molte donne e uomini accalcati all’aeroporto”. “Per tutte e tutti loro, dal palco chiediamo – hanno spiegato le organizzatrici – che i diritti delle donne non siano argomento di negoziazione né retrocedano rispetto a quanto era stato conquistato in Afghanistan: istruzione, lavoro e possibilità di manifestare per tutte e tutti; che le donne possano partecipare alla vita politica e siano nei tavoli internazionali sui processi di mediazione di pace perl’Afghanistan come richiede la risoluzione Onu 1325 su Donne Pace e Sicurezza; un Osservatorio permanente sui diritti delle donne in Afghanistan, al ministero Affari Esteri e all’Onu, per monitorare la condizione femminile e intervenire sulle violazioni; un piano straordinario di evacuazione umanitaria per chi vuole lasciare il paese, con particolare attenzione alle donne che hanno maggiori difficoltà a trovare vie di fuga in maniera protetta; un piano di accoglienza in Italia dei richiedenti asilo che rispetti le questioni di genere e che tenga conto delle storie di violenza che vivono le donne nei paesi di provenienza, durante il transito e all’arrivo”.
Redazione
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