venerdì, Aprile 19, 2024

Roma, ecco le mostre d’arte da non perdere per il mese di ottobre

Sono diversi gli eventi, in questo mese di ottobre, a Roma e dintorni. Da segnalare la mostra “Via Veneto Contemporanea”. Allestimento a cielo aperto di opere dell’artista austriaco Erwin Wurm. Palazzo Cipolla ospita “re-coding”, monografica di Quayola fino al 30 gennaio 2022. Romano di origine e londinese di adozione, Quayola, classe 1982, fonde l’educazione classica agli strumenti più tecnologici della comunicazione per dare vita a una affascinante linguaggio ibrido che guarda al futuro: la mostra, divisa in tre sezioni (iconografia classica, sculture non finite e tradizione della pittura di paesaggio), racconta la sua ricerca artistica attraverso lavori realizzati tra il 2007 e il 2021.

“Amazônia”

Fino al 13 febbraio 2022 Sebastião Salgado è protagonista al Maxxi con la mostra “Amazônia”, a cura di Lélia Wanick Salgado: attraverso oltre 200 immagini (accompagnate dal paesaggio sonoro creato da Jean-Michel Jarre), il percorso permette al visitatore di confrontarsi con il fragile e affascinante ecosistema amazzonico, rivelando come nelle aree protette dove vivono le comunità indiane la foresta non ha subito quasi alcun danno.

“Via Veneto Contemporanea”

“Via Veneto Contemporanea” è la mostra a cielo aperto di opere dell’artista austriaco Erwin Wurm: a cura di Catherine Loewe, il percorso fruibile gratuitamente sulla strada della Dolce Vita, dalle Mura Aureliane fino ai punti più iconici della via, presenta 14 interventi, tra “Performative Sculptures”, “Sculture Tascabili” e “Sculture a metà” (allestimento fino al 14 novembre).

“Duilio Cambellotti al di là del mare”

Un cercatore che guardava al passato, agli stili e ai linguaggi classicheggianti con l’effervescenza e lo spirito dell’avanguardia. Personaggio difficile da classificare, Duilio Cambellotti fu un artista totale, illustratore, incisore, grafico pubblicitario, scultore, scenografo, con sconfinamenti di campo nelle arti applicate dai risultati pregevoli nella ceramica, nella creazione di mobili come quelli per la sede dell’acquedotto pugliese a Bari e delle vetrate che abbelliscono la Casina delle Civette di Villa Torlonia a Roma e la Chiesa dell’Ecce Homo di Ragusa. A muoverlo, il principio che l’arte dovesse parlare a tutti. A offrigli una fonte suggestiva di ispirazione, l’agro pontino, dove lavorò per anni per migliorare le condizioni di vita dei contadini delle paludi che il Fascismo avrebbe bonificato. Terracina, uno dei centri della pianura a sud di Roma da lui molto amato, rende omaggio a uno dei maestri della prima metà del Novecento con una grande mostra dal 24 luglio al 20 novembre nella Chiesa di San Domenico, per l’occasione riaperta al pubblico dopo un lungo restauro dei danni provocati della bombe della seconda guerra mondiale. “Duilio Cambellotti, al di là del mare” è curata da Francesco Tetro, già direttore del museo di Latina dedicato all’artista romano e tra i curatori dell’archivio della sua sterminata e poliedrica produzione. Un centinaio di opere e un ricco repertorio di fotografie d’epoca messe a disposizione dall’Archivio dell’Opera di Duilio Cambellotti compongono un racconto dall’andamento antologico che segue l’attività dell’artista-artigiano romano dalla fine dell’Ottocento, quando esordì come disegnatore di manifesti teatrali e pubblicitari, alle scenografie per tragedie e opere liriche alla fine degli anni ’40.

“Diaconia. La scrittura e l’arte”

La scrittura che diventa immagine visiva e poi oggetto-feticcio con Mario Diacono, accanto ai saggi-video dell’artista americano Tony Cokes, che propongono un modo diverso di vedere, leggere e ascoltare: è un doppio, inedito sguardo sul contemporaneo quello offerto dal Macro-Museo per l’Immaginazione Preventiva di Roma che dal 15 luglio inaugura una coppia di mostre finora mai dedicate a due artisti radicalmente diversi tra loro, accomunati dall’essere sempre pronti a sperimentare linguaggi e a interrogarsi sulle istanze dell’arte. Allestita fino al 24 ottobre, “Diaconia. La scrittura e l’arte” permette al visitatore un incontro ravvicinato con Diacono, romano, classe 1930, personalità eccentrica e poliedrica, intellettuale, scrittore, critico, poeta, gallerista e collezionista. Con opere di Vito Acconci, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, David McDermott & Peter McGough, Donna Moylan, Claudio Parmiggiani, il percorso racconta e approfondisce la produzione di Diacono nei vari ambiti, sottolineando la sua perpetua attenzione alla comprensione del rapporto che lega la letteratura all’arte e il suo mai essere omologato al sistema artistico italiano.

Redazione
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