venerdì, Aprile 26, 2024

Report del Cnr: Durante il lockdown crollo delle polveri sottili del 52%

Meno emissioni di polveri sottili e riduzione dell’inquinamento atmosferico. Questo il risultato di uno studio – pubblicato sulla rivista ‘Urban climate’ – messo a punto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr che ha analizzato l’impatto del lockdown (24 febbraio – 4 maggio 2020) sulla qualità dell’aria in cinque aree urbane, nelle città di Aosta, Milano, Bologna, Roma, e Taranto che, per posizione geografica, sono caratterizzate da diverse condizioni meteorologiche e climatiche. Il confronto – viene spiegato – ha evidenziato “una drastica diminuzione” delle polveri sottili (PM10) e sottilissime (PM 2.5): con un massimo di meno 52% ad Aosta ad un minimo di meno 4% a Taranto per le PM10; e da meno 46% ad Aosta e Milano a meno 0,6% a Bologna per le PM 2.5.  Al contrario, la presenza di alcuni eventi di stagnazione, durante marzo 2020, ha provocato un incremento del PM2.5 nei siti meridionali, mentre nella sola zona industriale di Taranto è stato osservato un forte aumento del benzene (fino a +104%). Infine, la concentrazione di ozono al suolo è aumentata in media di circa il 30% in tutti i siti, al contrario lo spessore ottico si è ridotto del 70% ad Aosta e del 50% a Roma.  Nel lavoro sono presentate le misure delle proprietà ottiche degli aerosol (lo spessore ottico quale indice della torbidità della colonna atmosferica) ottenute dai fotometri, le misure della concentrazione di biossido di azoto (NO2) nell’intera colonna d’aria da spettrometri e da misure satellitari e le concentrazioni al suolo di PM10, PM2.5, NO2, BC (Black Carbon) e benzene nelle città di Aosta, Milano, Bologna, Roma e Taranto, caratterizzate, per posizione geografica, da diverse condizioni meteo-climatiche. “I parametri misurati nelle diverse città sono stati confrontati con quelli rilevati in un periodo di riferimento di 5 anni (2015-2019), escludendo i giorni caratterizzati da eventi di trasporto a lungo raggio, quali ad esempio il fumo proveniente dagli incendi dall’Europa orientale e dal Montenegro, le polveri dall’area del Caspio e dal Sahara, gli inquinanti dalla Pianura Padana verso Aosta”, spiega Monica Campanelli del Cnr-Isac. “Rispetto a studi precedenti, questo lavoro ha mostrato l’influenza delle condizioni meteorologiche sulla concentrazione dei PM. Il confronto fra le misure delle concentrazioni di gas e particelle prima e durante il periodo di lockdown è importante per studi aventi come obiettivo la correlazione tra emissioni da traffico ed inquinanti. Inoltre, l’impatto della riduzione delle emissioni da traffico fornisce lo scenario di un futuro caratterizzato dall’aumento su larga scala dei veicoli elettrici”.
Redazione
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