giovedì, Marzo 28, 2024

La triste ammissione della Fao: “Mai come oggi è difficile sconfiggere la fame nel mondo”

Si è alzata notevolmente l’asticella per sconfiggere la fame nel mondo. Colpa della pandemia che continua ad infierire in tutte le comunità internazionali, ma anche dei danni causati dai cambiamenti climatici, killer delle coltivazioni e dei raccolti nei campi flagellati da siccità ed inondazioni. Sul banco degli imputati anche i conflitti in molte parti del mondo, considerata la prima vera ragione della malnutrizione. Una sfida difficile da affrontare che passa un nuovo modo di produrre il cibo, trasformando i sistemi agroalimentari lungo la filiera per renderli più efficienti, resilienti e sostenibili. Un percorso che necessariamente deve coinvolgere tutti i consumatori. E’ questo il contesto in cui sono iniziate le celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2021 in programma il 16 ottobre, con un evento internazionale che si è tenuto alla Fao.
I tempi dei progressi fatti per dimezzare il numero di bambini rachitici e ridurre il numero di quelli con basso peso alla nascita sono troppo lenti, il che – secondo il rapporto – rende ancora più difficile raggiungere gli obiettivi nutrizionali dell’Oss 2. Allo stesso tempo a queste sfide si aggiungono sovrappeso e obesità, che continuano ad aumentare in tutto il mondo, in particolare tra i bambini in età scolare e gli adulti. Le probabilità di insicurezza alimentare sono più alte tra le donne rispetto agli uomini in tutti i continenti, con il maggiore divario in America Latina. “I nostri interventi per affrontare questi trend preoccupanti dovranno essere più decisi – non solo in termini di portata, ma anche in termini di collaborazione multisettoriale”, hanno sollecitato nella loro prefazione congiunta i vertici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), del Programma Alimentare Mondiale (Wfp) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
La fame sta aumentando in molti paesi in cui la crescita economica è in ritardo, in particolare nei paesi a medio reddito e quelli dediti prevalentemente al commercio internazionale di materie prime. Il rapporto annuale delle Nazioni Unite ha anche rilevato che la disparità di reddito è in aumento in molti dei paesi in cui la fame è in aumento, rendendo ancora più difficile per i poveri, i vulnerabili o gli emarginati far fronte a crisi e rallentamenti economici. “Dobbiamo promuovere una trasformazione strutturale e inclusiva a favore dei poveri, incentrata sulle persone e porre le comunità al centro per ridurre le vulnerabilità economiche e metterci sulla buona strada per porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e a tutte le forme di malnutrizione”, hanno detto i leader delle Nazioni Unite.

Lenti progressi in Africa e Asia

In Africa la situazione è estremamente allarmante perché ha i più alti tassi di fame nel mondo, che continuano ad aumentare lentamente ma costantemente in quasi tutte le sotto-regioni e in particolare in Africa orientale, dove quasi un terzo della popolazione (30,8%) è denutrita. Oltre al clima e ai conflitti, l’aumento è favorito dal rallentamento e dalle crisi economiche. Dal 2011 quasi la metà dei paesi in cui l’aumento della fame si è verificato in seguito a crisi o stagnazione economica erano africani.
Il maggior numero di persone denutrite (oltre 500 milioni) vive in Asia, per lo più in Asia meridionale. Insieme, Africa e Asia detengono la quota maggiore di tutte le forme di malnutrizione nel mondo, pari a oltre nove bambini rachitici su dieci e oltre nove bambini deperiti su dieci. In Asia meridionale e nell’Africa subsahariana, un bambino su tre è affetto da rachitismo. Oltre alle sfide del rachitismo e del deperimento, in Asia e Africa vivono anche quasi tre quarti di tutti i bambini sovrappeso del mondo, prevalentemente a causa dell’alimentazione scorretta.

Oltre la fame 

Il rapporto di quest’anno introduce un nuovo indicatore per misurare l’insicurezza alimentare a diversi livelli di gravità e monitorare i progressi verso l’Oss 2: la prevalenza dell’insicurezza alimentare moderata o grave. Questo indicatore si basa su dati ottenuti direttamente dalle persone tramite sondaggi sul loro accesso al cibo negli ultimi 12 mesi, utilizzando la Nuova scala dell’insicurezza alimentare (Fies). Le persone esposte a moderata insicurezza alimentare affrontano incertezze rispetto alla loro capacità di procurarsi il cibo, e per sopravvivere hanno dovuto ridurre la qualità e/o la quantità di cibo che consumano. Secondo il rapporto, oltre 2 miliardi di persone ­- soprattutto nei paesi a basso e medio reddito ­- non hanno accesso regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti. L’accesso irregolare è però anche una sfida per i paesi ad alto reddito, compreso l’8% della popolazione in Nord America ed Europa. Ciò richiede una profonda trasformazione dei sistemi alimentari affinché forniscano diete sane e prodotte in modo sostenibile alla popolazione mondiale in aumento.

Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli