giovedì, Marzo 28, 2024

Vittoria, “torna” un sindaco dopo tre anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose

Francesco Aiello è sindaco di Vittoria. Ieri la cerimonia di proclamazione dopo un lungo commissariamento. Il comune era stato sciolto per mafia con provvedimento del Consiglio dei ministri, il 27 luglio del 2018. Una gestione commissariale record, oltre tre anni, e un voto rinviato per quattro volte, ottobre 2020, novembre 2020, marzo 2021 e maggio 2021. Aiello che era supportato da 4 liste (Pd, Cento passi, Aiello sindaco e Psi-Vittoria in Azione) ha vinto il turno di ballottaggio su Salvatore Sallemi sostenuto da tre liste (Lega Salvini Sicilia, Diventerà bellissima e Giorgia Meloni per Sallemi sindaco-Fratelli d’Italia). Alla cerimonia, assente per impegni istituzionali il commissario Filippo Dispenza e Giovanna Termini, presente Gaetano D’Erba oltre ad Andrea Reale, magistrato presidente dell’Ufficio centrale elettorale che ha proclamato l’elezione del nuovo sindaco forte dei 14.261 voti riportati. Poi il conferimento della fascia. Nel suo saluto portato a nome della commissione straordinaria, Gaetano D’Erba ha voluto sottolineare l’intensa attività durata tre anni in cui la commissione non si è risparmiata e “dove sono state affrontate tutte le tematiche di interesse e di grande importanza che interessano il territorio. Abbiamo cercato le soluzioni più adeguate e rispondenti alle esigenze per avvantaggiare questa comunità” ha detto D’Erba che si è dichiarato onorato di avere fatto parte dell’organismo. Nel suo intervento l’empatia che si è creata “interagendo con la comunità”, e il contatto con persone di grande spessore e capacità. “Questa realtà ha un futuro importante, se la comunità verrà curata e salvaguardata. Ringrazio tutte le istituzioni. Un saluto accorato ai dirigenti al personale”, ha detto rivolgendo l’ultimo pensiero di affetto alla cittadinanza e ai colleghi che hanno condiviso il lungo percorso. Poi ha preso la parola il neo sindaco Francesco Aiello: ha portato il suo ringraziamento all’Ufficio elettorale, alla commissione straordinaria “che ha gestito per tre anni e qualche mese in via straordinaria la città di vittoria in un periodo lungo, che può essere anche oggetto di riflessione sulla problematica degli scioglimenti per mafia nel nostro paese”. Con la fascia tricolore appena indossata, il sindaco ha detto “Mi sono avvicinato lentamente in questi giorni, al comune e colgo lo spessore del lavoro fatto dalla commissione per ben operare e cercare soluzione ai problemi complessi e difficili di questa città che deve riconoscersi e rimettersi in coscienza e in prospettiva se vuole superare problemi difficili che stiamo attraversando”. Nessun vincitore e “non si nega il lavoro compiuto – ha detto Aiello – I problemi sono presenti storicamente in questo territorio. Li dobbiamo riconoscere e guardare, perché il male si combatte riconoscendone l’esistenza. Dobbiamo continuare sulla strada del riconoscimento e della mobilitazione perché questo possa rimanere un palazzo libero, trasparente e lontano dal condizionamento dei poteri non solo mafiosi ma di quelli che ambiscono a entrare nella buona pratica amministrativa. Riconosco con umiltà il lavoro difficile compiuto dalla commissione”. Secondo Aiello l’aria che si respira a Vittoria è già cambiata: “Sarà una mia impressione ma oggi ho percepito risveglio, voglia di apertura e disponibilità all’impegno” e l’appello: “Abbiamo temi importanti da affrontare, l’acqua i rifiuti, ma da soli non ce la possiamo fare, la città è dei cittadini non degli amministratori”. Nel pomeriggio ha annunciato una sua visita in via Cavour dove un negozio è stato assaltato dalla criminalità, che ha sfondato una parete con un caterpillar. “La criminalità è una emergenza”. Nella sua squadra assessoriale anche tre donne. Prima di congedarsi, ha detto “Ho 75 anni e campagne elettorali come questa non ne ho fatte mai. Ho appreso però che oggi i sindaci nel sistema istituzionale del paese debbono assumere un ruolo importante e decisivo. Ovunque da Trento a Milano a Roma, sono punti di riferimento diretti e immediati delle istituzioni, se i sindaci funzionano funziona una parte importante del Paese”.
Redazione
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