giovedì, Aprile 25, 2024

Covid, parla il commissario Gentiloni: “L’Europa ha rischiato la pelle all’inizio del 2020”

“L’Europa ha rischiato la pelle all’inizio del 2020. Da quel rischio è nata la consapevolezza che la peggiore emergenza sanitaria dall’influenza spagnola e la più profonda recessione del Dopoguerra potevano essere superate soltanto insieme. Dando prova di coraggio, ambizione e solidarietà”. Lo ha detto il commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, a Bologna nel corso di un evento organizzato dalla Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli presieduta da Romano Prodi. “Dopo la Grande Depressione e la Grande Recessione, questa crisi rischiava di passare alla storia come la Grande Frammentazione, con potenziali ripercussioni sulla tenuta di tutto il progetto europeo”. Recovery: se l’Italia non vince la sfida è errore storico Se l’Italia non riuscisse a vincere la sfida di mettere a frutto il Next Generation Ue sarebbe un “errore storico”. Lo ha affermato il commissario agli Affari monetari Ue, Paolo Gentiloni parlando a Sky Tg24. “Gli ostacoli” dell’utilizzo dei fondi del Next Generation Eu “sono diversi da Paese a Paese”, ha detto. “L’Italia ha una responsabilità particolare perché ha una somma di circa 200 miliardi di euro da mettere a terra nei prossimi 4 o 5 anni e conoscendo le nostre difficoltà del nostro Paese nell’assorbimento dei fondi europei certamente non è facile”, ha spiegato. Austerity ha strozzato crescita e investimenti “Negli anni Dieci il meccanismo economico europeo si è inceppato” e una delle cause è stata “l’idea prevalente che dietro la crisi del debito ci fosse l’azzardo morale, la convinzione che fosse necessario imporre austerità e sacrifici per mettere i conti in ordine e far ripartire l’economia”. “Il risultato è stato di strozzare la crescita, deprimere gli investimenti e rallentare inutilmente il percorso di ripresa. Senza, peraltro, produrre i risultati sperati sul piano del debito. Tra il 2010 e il 2019 il rapporto debito/Pil in paesi come Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia è peggiorato invece di migliorare. E d’altronde, se il denominatore non cresce…”.
Redazione
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