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Motociclismo, domenica 14 novembre l’ultima corsa del leggendario Valentino Rossi

Malesia, 31 marzo 1996. Valencia, 14 novembre 2021. Tra queste date si racchiude la carriera di Valentino Rossi, che domenica in Spagna correrà la gara numero 432, l’ultima nel motomondiale. Dall’Aprilia 125 – non ancora diciassettenne e un sesto posto sul traguardo di Shah Alam – alla Yamaha in MotoGp, a 42 anni, sull’asfalto del Ricardo Tormo. In mezzo nove titoli mondiali vinti, un paio persi per un soffio. Da Valencia, nella sua ultima conferenza stampa da pilota MotoGp, Valentino Rossi parla della decisione che non avrebbe mai voluto prendere. “Sono un po’ triste oggi, ma il momento più brutto è stato quando ho deciso di smettere. A giugno. E’ stata dura. Se fossi stato più competitivo avrei continuato. Ho dovuto smettere. E’ stato un periodo difficile, quello. Ora cerco di stare concentrato, devo correre domenica”. “Mi è sempre piaciuto fare a gara con gli altri, su tutto. E guidare. Poi la domenica se guidi bene e vai forte è una goduria che altre cose della vita non ti danno. Da lunedì non cambierà tanto. Lo sentirò di più a marzo quando loro cominceranno a correre e io no”.  In questi ultimi mesi “ho apprezzato meglio quanto ho fatto in carriera. Prima la vedevo da dentro un tunnel, una dimensione chiusa. E’ difficile fare un passo indietro e capire cosa accade attorno a noi, siamo sempre concentrati su una curva, una prova… E’ bello vedere tutto dall’esterno. Non voglio cambiare, a volte nel corso degli anni ho pensato di essere alla fine della mia carriera, soprattutto dopo il 2012. Da quel momento però ho corso per altri 10 anni. La storia infinita prima o poi finisce”.
Redazione
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