venerdì, Aprile 19, 2024

Ultima decisiva giornata dei negoziati a Glasgow, al vertice Onu per il clima

Ultima decisiva giornata dei negoziati a Glasgow, al vertice Onu per il clima. La presidenza britannica della conferenza ha fatto circolare una nuova versione della bozza di risoluzione che dovrebbe servire da base per il rush finale dei negoziati che in teoria dovrebbero terminare entro le 19 di stasera, anche se in molti casi le conferenze sul clima sono continuate anche nei weekend e appare probabile che anche in questo caso si arrivi quantomeno al sabato. Nella bozza del documento finale della Cop26 rispetto alla prima bozza rimangono l’obiettivo di puntare a rimanere sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale dai livelli pre-industriali (l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi), a tagliare le emissioni di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al 2010, e ad arrivare a zero emissioni nette di CO2 intorno alla metà del secolo. Rimane anche la richiesta di “profonde riduzioni nelle emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica”. Nella seconda bozza resta l’invito all’aggiornamento urgente degli obiettivi di decarbonizzazione (Ndc) per quei paesi che non lo hanno ancora fatto (l’Accordo di Parigi prevedeva l’aggiornamento nel 2020). Ma sparisce la previsione di un ulteriore aggiornamento entro la fine del 2022, presente nella prima bozza. Rimane invariato nella seconda versione del documento il riconoscimento dell’importanza del ruolo dei giovani, delle donne e delle comunità indigene nella lotta alla crisi climatica. La seconda bozza di documento della Cop26 è complessivamente “più forte” della precedente sugli impegni richiesti agli Stati del mondo contro il surriscaldamento della Terra, ma “non è ancora all’altezza” di garantire il contenimento delle temperature del pianeta entro il tetto di 1,5 gradi in più rispetto all’era pre industriale. Lo ha detto, commentando alla Bbc il testo emerso oggi alla conferenza di Glasgow a poche ore dalla conclusione dei lavori, lord Nicholas Stern: economista di chiara fama, pioniere della denuncia del global warming e autore nel 2006 del Rapporto Stern sui cambiamenti climatici. Il linguaggio del documento “è più specifico e più propositivo”, ha comunque aggiunto l’esperto, affermando che dà se non altro il segno di “un maggiore senso d’urgenza” rispetto a prima e che tutto sommato “va oltre quanto ci saremmo aspettati ancora pochi giorni fa”. “Ora occorre far leva su questo progresso per mettere in piedi entro l’anno prossimo un sistema tale da consentire, spero, alla presidenza egiziana “destinata a subentrare a quella britannica per la CoP27 del 2022 di “trasformare” in quella sede “le intenzioni in impegni concreti”.
Redazione
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