giovedì, Aprile 18, 2024

Cinema, il regista newyorchese Woody Allen spegne 86 candeline

Allan Stewart Königsberg, meglio conosciuto come Woody Allen, compie 86 anni. Regista, attore, sceneggiatore, scrittore, commediografo, musicista e chi più ne ha più ne metta. Allen è riconosciuto come uno dei più celebri umoristi dell’epoca moderna, autore di alcune tra le più memorabili battute cinematografiche. “Sono decisamente contrario alla vecchiaia. Penso non la si debba raccomandare a nessuno”, disse in un’intervista nel 2010. E se ne è tenuto ben lontano, rintanato sui set. L’ultimo, quello del suo 49° film, “Rifkin’s Festival”, interpretato da Christoph Waltz e Louis Garrel, uscito nel 2021, in cui il protagonista, in una scena cult, gioca una partita a scacchi con la morte, una citazione da “Il Settimo Sigillo” di Bergman, rivisitata da Allen: la grande falciatrice per ritardare il loro prossimo definitivo incontro consiglia: “Fai sport, non fumare e mangia tanta verdura”.  Woody Allen nasce col nome di Allan Stewart Königsberg il 1º dicembre 1935 nel quartiere del Bronx (New York) – ma cresce nella zona di Brooklyn e successivamente a Manhattan – da una famiglia ebrea di origine russo-austriaco-tedesca. Nel 1952, all’età di diciassette anni, sceglie lo pseudonimo di Woody Allen, in onore del celebre clarinettista jazz Woody Herman, cambiando poi il suo nome legale da “Allan Stewart Königsberg” a Heywood Allen. Ed è in questi anni che inizia a scrivere battute per colossi dello spettacolo come Ed Sullivan e Sid Caesar. Due anni dopo viene assunto dalla rete televisiva nazionale ABC. Nel 1955 passa alla rete televisiva NBC e si trasferisce ad Hollywood per unirsi ad un gruppo di scrittori per il programma “The Colgate Comedy Hour.” Nel 1960 iniziò ufficialmente la sua carriera di stand-up comedian, con esibizioni di grande successo in numerosi night club newyorchesi. Nel 1965 firma la sua prima sceneggiatura cinematografica: “Ciao Pussycat”, diretto da Clive Donner. Nel 1966 realizza il suo primo lungometraggio, “Che fai, rubi?”. Nel 1976 recita ne “Il prestanome” di Martin Ritt, una pungente satira sulle “liste nere” della Hollywood maccartista degli anni ’50. I maggiori successi di Allen, critici e commerciali, arrivano nel decennio che inizia nel 1977 con l’uscita nelle sale di “Io e Annie”, che vince quattro premi agli Oscar (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior attrice protagonista alla Keaton) e un Golden Globe (miglior attrice protagonista musical/commedia, sempre a Keaton).  Alla pellicola seguono altri due successi, il sofisticato “Interiors” (1978) e “Manhattan” (1979). Negli anni ottanta Allen comincia ad inserire nei suoi film diversi riferimenti filosofici. Al Festival di New York del 1980 presenta “Stardust Memories”, dalla forte componente autobiografica, ispirato al cinema europeo ed in particolare a Federico Fellini ed Ingmar Bergman. L’anno successivo scrive e dirige “Zelig”, da molti considerato uno dei suoi capolavori. Del 1985 è “La rosa purpurea del Cairo” a cui segue “Hannah e le sue sorelle” (1986), vincitore di tre Oscar (miglior sceneggiatura originale, miglior attore non protagonista a Michael Caine e miglior attrice non protagonista a Dianne Wiest). Il ritorno alla ribalta, quando tutti ormai lo consideravano un regista sul viale del tramonto, avviene al Festival di Cannes 2005, dove presenta una pellicola assolutamente atipica per la sua filmografia, “Match Point”, con Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. L’11 maggio 2011 esce “Midnight in Paris”. Il film gli fa ottenere un Golden Globe per la miglior sceneggiatura originale, ed il suo quarto Oscar, il terzo per la sceneggiatura originale. Nel 2014 gira nel sud della Francia “Magic in the Moonlight”, con Emma Stone e Colin Firth. Nel 2015 esce il suo film “Irrational Man”, mentre nel 2016 è la volta di “Café Society”, poi l’anno successivo arriva “La ruota delle meraviglie” seguito dal ritorno di Allen al cinema ambientato nella sua città, “Un giorno di pioggia a New York” (2019), la cui uscita è stata ritardata a causa del boicottaggio seguito al movimento #MeToo (a cui aderiscono Dylan e Ronan Farrow) contro personaggi che hanno subìto accuse di molestie durante la loro vita. Molti attori hanno preso le distanze da Allen, difeso invece ad esempio pubblicamente da Diane Keaton e da Scarlett Johansson, oltre che dalla moglie Soon-yi Previn. Anche Amazon Studios ha deciso di non onorare un contratto con il regista e di non distribuire il film. L’artista ha fatto causa arrivando poi a un accordo di cui non sono stati resi noti i termini.
Redazione
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