sabato, Aprile 27, 2024

Roma, si è spenta a 93 anni Lina Wertmuller: è stata la prima donna ad essere candidata all’Oscar per la regia

E’ morta Lina Wertmuller. La regista, che aveva 93 anni, si è spenta nella sua casa romana. Al secolo Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, era nata nella capitale il 14 agosto 1928. Origine aristocratiche e svizzere, sposata allo scenografo Enrico Job, è stata la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar, nel 1977, come migliore regista (ma anche per il miglior film straniero e migliore sceneggiatura) per ‘Pasqualino Settebellezze’. Solo nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar alla Carriera. Figlia di Federico Wertmüller, un avvocato originario di Palazzo San Gervasio (in provincia di Potenza) e proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, romana. Era la zia dell’attore Massimo Wertmüller. A scuola è stata compagna di Flora Carabella, che poi sarebbe stata la moglie di Marcello Mastroianni, con cui instaurerà una lunghissima amicizia che si rivelerà poi fondamentale per avvicinare la giovane Lina al mondo dello spettacolo. A diciassette anni si iscrive all’accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff; in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini. Lavora sia per la radio sia per la televisione, e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile. Inizia un lungo sodalizio artistico con Enrico Job, apprezzato scenografo teatrale, con il quale presto si sposa. I due hanno una figlia adottiva, Maria Zulima. Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in …e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8½ (1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d’argento al Locarno Festival. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all’italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. Lina Wertmüller è la prima donna a essere candidata alla vittoria dell’Oscar come miglior regista; dopo di lei ci saranno solo Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Emerald Fennell e Chloé Zhao, rispettivamente nel 1994, 2004, 2010 e 2021.
Redazione
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