Il consigliere Filippo Moretti attacca il “collega” Giovanni Ardita
Riceviamo e pubblichiamo: “Dopo che sull’argomento abbiamo visto esprimersi affannosamente consiglieri e politici disinformati ed in malafede credo sia giusto dare ai cittadini elementi oggettivi per capire come sia stato possibile ottenere questo importante finanziamento. Personalmente ho seguito negli anni la vicenda della ristrutturazione del Castellaccio dei Monteroni che doveva avvenire per opera della Fondazione Diritti Genetici, in convenzione con il nostro Comune, e per effetto di un contributo complessivo di tre milioni di euro che era riuscita ad ottenere nel 2012. Di questi, un milione era destinato alla realizzazione del polo energetico ed altri due milioni di euro per la ristrutturazione vera e propria del Castellaccio. Il primo impegno andò a buon fine e nel 2016 si conclusero i lavori, mentre sulla ristrutturazione sorsero diversi problemi e la Fondazione non fu in grado nemmeno di avviare i lavori. Nel 2017, subito dopo l’insediamento della attuale amministrazione, appurato che la Fondazione non sarebbe stata in grado di utilizzare i due milioni disponibili, ci siamo prontamente attivati affinchè il finanziamento non andasse perduto e chiedemmo, al Ministero dei Beni Culturali, che fosse trasferito dalla Fondazione al Comune. I ministri che si sono succeduti, in particolare l’ultimo in carica, ha invece pensato bene di dividere in due parti quel finanziamento e riassegnarlo per altre finalità ad altri comuni, senza mai rispondere alle numerose richieste da noi inviate per circa due anni. Nel frattempo, non avendo più alcun senso continuare nel rapporto con la Fondazione Diritti Genetici, della quale non si trovava più traccia, abbiamo rescisso la convenzione e siamo tornati ad essere proprietari esclusivi del Castellaccio, condizione che ci consentiva di poter concorrere per aggiudicarci un nuovo finanziamento. E così abbiamo fatto, come ci ha chiesto il sindaco Grando. Abbiamo velocemente riprogettato, dando una nuova funzionalità ai vari ambienti della struttura, e ci siamo preparati a partecipare al primo bando utile, e cioè quello di aprile scorso sulla rigenerazione urbana, nella sezione specificamente destinata al recupero dei beni storici. Il progetto, aggiornato da 2 milioni fino a 3 milioni 150mila euro, è stato giudicato favorevolmente dalla commissione ed oggi siamo tra gli assegnatari dei fondi. Questi sono i fatti e gli impegni che ho condiviso con l’assessore Veronica De Santis e l’ingegner Paolo Pravato ai quali va il mio ringraziamento per la disponibilità e la professionalità. Quanto al resto è facile dimostrare che nessuno di quelli che ora tentano di mettere il cappello su questa iniziativa, della quale non conoscono nemmeno il titolo, ha mai avuto un ruolo utile in questa vicenda, neanche attraverso i propri referenti politici romani. Se ci siamo aggiudicati questo finanziamento lo si deve esclusivamente al professionale lavoro svolto e alla qualità di un progetto che, una volta realizzato, renderà finalmente disponibile per i cittadini di Ladispoli un bene storico atteso da anni. Il bando al quale abbiamo partecipato, uscito ad aprile 2021, non c’entra nulla con il PNRR, Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa, che è infatti stato reso pubblico soltanto nel maggio successivo. A chi sostiene che questi soldi potevano servire per iniziative ritenute più urgenti spieghiamo, ancora una volta, che i bandi ai quali si concorre hanno temi specifici e i fondi che si ottengono hanno una destinazione già decisa. Se si vogliono ottenere contributi per altre attività si deve concorrere quando vengono pubblicati bandi idonei. Ma non dobbiamo disperare perché di progetti pronti ne abbiamo altri e ci proporremo non appena ce ne sarà l’opportunità. Nessuno, dei tanti che oggi intervengono sull’argomento, in questi anni è mai venuto a chiedere informazioni su quale fosse lo stato dell’arte delle opere da eseguire sul Castellaccio. In poche parole, nei loro post e articoli, criticano o si assegnano meriti su ciò che non conoscono. E’ incredibile, ma pare proprio che a Ladispoli non sia sufficiente vincere un bando ed ottenere un finanziamento per ristrutturare un bene pubblico, il Castellaccio dei Monteroni, ritenuto da tutti un simbolo della Città. Si rende anche necessario spiegare, a chi non è mai stato in grado di mettere in campo una sola iniziativa che abbia portato risorse al nostro Comune, come sia stato possibile raggiungere questo importante obiettivo. Curiosa la politica ai tempi d’oggi.”, conclude Filippo Moretti, Consigliere Comunale Capogruppo Lista Civica Cuori Ladispolani.
AGGIORNAMENTO del 4.01.2022 ore 17.14
La replica: “Richiesta di recupero di Torre Flavia presentata a palazzo Chigi senza schema di contratto”
“Vorrebbe fare il professore il dott. Filippo Moretti, ma nel suo politichese dice diverse inesattezze del milione di euro e non 3.000.000 studiasse il professore ottenuto dal Ministero dell’ambiente progettazione dell’ arch. Mencarelli e RUP arch. Passerini lavori mai conclusi perché le tre capanne non sono collegate con il Castellaccio dei Monteroni. Certo che negli obblighi del comune richiesti dal Ministero dell’Ambiente vi era la rendicontazione del finanziamento ottenuto ed il fine lavori, chiedo il collaudo delle opere sulle tre capanne realizzate adiacenti al Castellaccio dei Monteroni. Se la convinzione del dott. Filippo Moretti è che la fondazione dei diritti genetici del suo amico on. Capanna noto nella sua storia politica appartenente a lotta continua autonomia operaia abbia svolto a norma tutti i lavori richiesti, presenteremo interrogazione di questi atti e invieremo di competenza la documentazione alle autorità di controllo Corte dei Conti e Procura della Repubblica. Dove era il professore della politica quando il comune di Ladispoli ha inviato il progetto del restauro di Torre Flavia alla Presidenza del Consiglio incompleto dello schema di contratto del progetto esecutivo? Per chi ha un minimo di competenza sa che è un documento indispensabile ed obbligatorio per il codice degli appalti. Dove era il delegato al personale durante la vicenda Concorsopoli di Allumiere che ha visto al centro della vicenda il presidente della commissione dott. Mori uno dei suoi migliori funzionari del comune? Non parliamo poi dell’ultima selezione alla Flavia Servizi che ha visto stranamente gli amici degli amici fare il salto degli ostacoli per rientrare tra i vincitori a discapito di laureati preparati e competenti. Comunque un elogio glie lo devo fare al prof. Moretti è l’ unico in Italia che ha difeso l’ operato dell’ on. Capanna con la sua fondazione di diritti genetici, anche se esperti del settore ‘ OGM’ sostengono che era una fondazione che attraverso delle eccellenze della comunicazione ‘Greenpeace’ organizzava bene e solo convegni ed eventi di promozione ‘ GeNeTicamente’ 20 milioni di euro ottenuti senza svolgere alcun lavoro. Caro professore i fatti sono sotto gli occhi di tutti, se fosse stato per te e per il compagno Capanna onorevole di lotta continua che viveva da parassita da anni nel Castellaccio dei Monteroni, abbiamo atteso 18 mesi per un suo appuntamento con il gabinetto del Ministro Franceschini, tempo perso, se fosse stato per voi il Castellaccio rimaneva al vostro amico Capanna, lasciando il Castellaccio fatiscente fuori e dentro le mura, dato oggettivo per qualsiasi cittadino che oggi con la macchina o a piedi può recarsi a visitare il Castellaccio dei Monteroni. Nella vita bisogna metterci la faccia prima nel fare le battaglie giuste, facile tenere i piedi in due staffe, si tenga stretta la sua amicizia con l’ onorevole e compagno Capanna che di benefici al Castellaccio e alla città di Ladispoli ne ha portati. Si vedono!!! Dimenticavo negli ultimi anni il prof. Moretti si era messo in evidenza paladino bastian contrario a Piazza Grande fino alla morte. Ultimo consiglio comunale su Piazza Grande 2 ha tenuto il numero legale. Questa è la coerenza del vero politico che alle parole fa corrispondere i fatti. Stiamo parlando del nulla conclude Ardita, perché la politica è l’ arte del consenso e lui non c’è l’ ha mai avuto, ci sarà un perché!” queste le parole del consigliere Giovanni Ardita.