giovedì, Aprile 18, 2024

Gran Bretagna: ora il premier Johnson dovrà spiegare l’ennesima “figuraccia” sul party durante il lockdwon nel 2020

Nuova tegola per il primo ministro britannico Boris Johnson, accusato, nuovamente, di aver violato le restrizioni per il Covid-19. Questa volta le polemiche sono scoppiate per un party organizzato il 20 maggio 2020 nel giardino di Downing Street. A incastrare l’amministrazione la mail inviata dal segretario privato del premier a decine di invitati in cui si esortano i partecipanti a “portarsi da bere”. Johnson ha negato di aver violato personalmente le regole ma, secondo i media, sia lui sia la moglie Carrie Symonds avrebbero partecipato alla festa. E la festa di maggio è solo l’ultima delle violazioni alle restrizioni Covid-19 di cui è stata accusata l’amministrazione Johnson. Nei giorni scorsi un’altra polemica era scoppiata per un party di Natale. A complicare la posizione del premier è il fatto che il 20 maggio 2020, lo stesso giorno del raduno in giardino, il governo aveva tenuto una conferenza stampa ricordando ai cittadini che non potevano riunirsi con più di una persona non appartenente al proprio nucleo familiare. I laburisti hanno chiesto al premier di comparire in Parlamento per rispondere alle domande dei legislatori sul caso ma al posto di Johnson in aula si è presentato il sottosegretario Michael Ellis, che si è scusato per il “turbamento causato dalle accuse”. “L’assenza di Johnson la dice lunga”, ha affermato la numero due del Labour Party, Angela Rayner. “Può scappare, ma non può nascondersi”, ha aggiunto. Dal canto suo Ellis ha sottolineato che anche l’evento al centro dell’ultima polemica finirà sotto la lente dell’inchiesta indipendente sulle feste organizzate in sedi istituzionali nei periodi in cui erano in vigore forme di lockdown. Allo stesso tempo Scotland Yard sta conducendo accertamenti. Ellis ha cercato di difendere a spada tratta l’integrità e la buona fede del primo ministro da un’aula in cui i parlamentari dell’opposizione erano chiaramente in maggioranza e si sono levate anche richieste di dimissioni da parte di singoli esponenti.
Redazione
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