venerdì, Marzo 29, 2024

Abbattuto il muro alla stazione, i clochard dormono nella sala d’attesa

Non è servito innalzare i muri di cartongesso alla stazione di Ladispoli. Ieri mattina, i pendolari che si sono recati ai binari per prendere il treno hanno trovato questa situazione. Ovvero, i pannelli spostati e i senza fissa dimora a dormire nella sala d’aspetto che era stata chiusa dai vertici delle Ferrovie dello Stato. Il che ha fatto detonare ancora una volta il problema, mettendo di fronte Rfi e istituzioni al fallimento di questo tipo di soluzione. Un pendolare è furioso: “Problema gravissimo, stamani alle 5 questa è la situazione vergognosa. La stazione è abbandonata e di questo stato non si occupa nessuno. Urbe una soluzione per la notte, affinché queste scene non si ripetano. Noi pendolari non possiamo passare, perché è pericoloso. Queste persone non possono stare qui, devono essere assistite”.
AGGIORNAMENTO del 21.01.2022 ore 17.09

Ladispoli Attiva: “Realizzare un centro di accoglienza per i senza fissa dimora”

Riceviamo e pubblichiamo: “Le recenti dichiarazioni del Sindaco in merito alla questione del muro innalzato dentro la stazione ferroviaria di Ladispoli per impedire un riparo notturno ai cittadini senza fissa dimora sono la triste conferma che il primo cittadino preferisce attaccare quando non può (o sa) entrare nel merito della questione. A differenza di quello che afferma Grando, Ladispoli Attiva non ha mai dichiarato che ‘il muro della vergogna’ è stato realizzato direttamente dal comune. Anche perché non è questo il problema. Come afferma Gianfranco Marcucci, da anni impegnato nel sociale, ‘’Quello che noi contestiamo è una precisa responsabilità politica della giunta comunale sulla questione dei senza fissa dimora. Sappiamo benissimo che il fenomeno è complesso e di difficile risoluzione, ma è indubbio che l’amministrazione non si è mai impegnata a fondo in questi anni per trovare soluzioni dignitose, fattibili e risolutive per questi soggetti fragili. E questo nonostante i continui appelli e la disponibilità a collaborare di tante realtà operanti nel contrasto alle povertà estreme’’. ‘La soluzione proposta dall’assessore Bitti – un dormitorio a 40 km da dove essi vivono – è strampalata ed avvilente. Non sono oggetti da spostare, ma persone con una loro dignità. Con questo tipo di affermazioni emerge un problema culturale e nessuna azione amministrativa potrà mai essere efficace se questo è l’approccio’ aggiunge Marcucci. Immaginiamo che per un sindaco sia difficile ammettere che la vera causa – celata dietro la misura intrapresa da Ferrovie dello Stato – è semplicemente l’assenza di un piano a lungo termine per un’assistenza sociale a questi nostri concittadini. “Le persone senza fissa dimora possono essere persone difficili, chiuse, refrattarie spesso all’aiuto. Non possiamo meravigliarci se rifiutano aiuti sporadici. Vanno approcciati, seguiti e presi in carico con un progetto di lungo periodo e con fondi ad esso dedicati” ci spiega Cristina Boccabella, responsabile di Ladispoli attiva nel settore delle politiche sociali, “Non si può liquidare il problema – aggiunge – ‘proponendo sporadicamente soluzioni dell’ultimo minuto e liquidare coloro che più hanno bisogno di attenzioni e cure costanti”. È chiaro che il problema non è il muro o chi lo ha edificato, ma il perché si è arrivati a soluzioni estreme per compensare anni di negligenze e pressappochismo. Per tale ragione chiediamo a Grando di cambiare atteggiamento sul tema ed adoperarsi per dare vita ad un centro di pronta accoglienza – come hanno fatto tantissime città italiane – nel quale prestare un primo aiuto, offrire un posto letto, igiene personale, lavanderia, cambio abiti e mensa; e soprattutto, assicurare un servizio di segretariato sociale con la predisposizione di piani personalizzati di intervento in collaborazione con le realtà operanti nel sociale”. Così in una nota di Ladispoli Attiva.
AGGIORNAMENTO del 21.01.2022 ore 18.05

Ardita: “Spostare i senzatetto alla stazione di Civitavecchia? Follia!”

“La soluzione al problema dei senza tetto di Ladispoli non è assolutamente trasferirli alla stazione di Civitavecchia. Il sindaco Grando si è mai recato personalmente alla stazione per verificare le condizioni di disagio della stazione e delle persone? Io credo mai! La soluzione al problema dei senza tetto di Ladispoli non è assolutamente trasferirli alla stazione di Civitavecchia, semplicemente è una stupidaggine il solo pensarlo. Ma uno che è rimasto in mezzo alla strada e vive di elemosina ed espedienti mangiare e bere alla stazione che gli portano quotidianamente tante persone per solidarietà, conosciuto a Ladispoli, non ha motivo di andare a Civitavecchia. Ironicamente Ardita sostiene che “certo , possiamo affermare che questa soluzione potrebbe essere un bel biglietto da visita per i crocieristi del Porto di Civitavecchia che spesso prendono il treno per imbarcarsi o scendendo dalla nave per andare a visitare Roma. Ad una soluzione cosi geniale non ci avrebbe pensato nemmeno Pierino lo studente indisciplinato. Ma sta genialità di risolvere il problema spostando i senza tetto dalla stazione di Ladispoli a quella di Civitavecchia chi glie l’ha suggerita al sindaco Grando?” Alla critica va sempre fatta una proposta, il Comune vada nella direzione di far realizzare una “Casa dell’Accoglienza per I senza tetto” e poi programmeremo una politica seria sull’edilizia popolare ferma l’ultima costruzione al 1985, illuse in questi ultimi 20 anni più di 1.000 persone che in questi anni hanno fatto una domanda senza avere alcuna risposta, persone che sono prime in graduatoria da anni che mi fermano per strada e non so cosa rispondergli. Se la chiusura della sala d’attesa della stazione invece del cartongesso fosse stata fatta con il cemento, avrei pensato sicuramente che era stata autorizzata da un Grando sindaco. Meglio che a Palazzo Falcone stiano fermi per evitare danni ulteriori”. Così in una nota il consigliere comunale FDI Giovanni Ardita
Redazione
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