giovedì, Aprile 25, 2024

Strage di Bologna, il ritratto dell’ex terrorista nero Paolo Bellini

Paolo  Bellini, 69 anni, era stato già indagato per la strage all’inizio degli anni ’80 e prosciolto nel 1992, ma nel marzo del 2019 la procura generale di Bologna (che aveva avocato l’inchiesta sui presunti mandanti, organizzatori e finanziatori della strage, vale a dire Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti) ha chiesto la revoca del proscioglimento iscrivendolo nel registro degli indagati (insieme all’ex capocentro del Sisde di Padova Quintino Spella, e al capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, entrambi accusati di depistaggio, nonché Domenico Catracchia, ex amministratore di alcuni condomini in via Gradoli a Roma, accusato di false informazioni al pm). A carico di Bellini sono emersi, fra gli altri, quelli che per i magistrati bolognesi sono elementi certamente probanti: un fotogramma di un filmino amatoriale, girato da un turista a Bologna la mattina del 2 agosto 1980, nel quale si vedrebbe quello che per gli inquirenti è il volto dell’imputato; un’intercettazione ambientale in cui l’ex capo di Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, afferma che alla strage prese parte un aviere (Bellini era un pilota) che avrebbe portato la bomba; infine, come emerso nel processo palermitano sulla cosiddetta “trattativa” Stato-mafia (nel quale Bellini è stato sentito come collaboratore di giustizia), i rapporti fra l’imputato e Sergio Picciafuoco, vicino all’estrema destra e presente alla stazione di Bologna il 2 agosto del 1980 (Picciafuoco è stato assolto dall’accusa di aver preso parte all’attentato).
Redazione
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