giovedì, Aprile 25, 2024

La svolta della Corte Costituzionale: “Ai figli i cognomi di entrambi i genitori”

“E’ discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio” la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con una sentenza alla luce della quale la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico. In attesa del deposito della sentenza, la Corte costituzionale fa sapere che le norme censurate sono state dichiarate illegittime per contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Secondo la Corte nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. La Corte ha, dunque, dichiarato l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. Ora è compito del legislatore regolare tutti gli aspetti connessi alla presente decisione. Plaudono alla decisione gli avvocati che hanno portato il caso davanti alla Corte costituzionale: “Storico risultato! La pronuncia sul cognome del nato rappresenta una piccola rivoluzione. Da oggi i genitori potranno scegliere il cognome della madre o del padre o di entrambi e, in mancanza di accordo, il nato avrà il cognome di entrambi”. Oggi la Consulta “torna a ricordarci che è arrivato il tempo di cambiare – ha detto la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti -: abbiamo bisogno di dare corpo, anche nell’attribuzione del cognome, a quella pari responsabilità tra madri e padri che è insita nella scelta genitoriale, ed è compito alto e urgente della politica farlo. Andiamo avanti presto e insieme su questa strada, che più volte ho sollecitato a percorrere”. “Da ministra garantisco all’iter parlamentare tutto il sostegno del Governo per fare un altro passo fondamentale nel realizzare l’uguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini del nostro Paese”. Per il presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani (Ami), Gian Ettore Gassani, con la sentenza di oggi “cambia completamente la cultura giuridico giudiziaria del nostro diritto di famiglia. Si tratta di una pronuncia importante. Adesso toccherà al legislatore mettere in atto questa rivoluzione perché solo così possiamo scrivere la parola fine al paternalismo e al maschilismo del nostro diritto”.
Redazione
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