giovedì, Marzo 28, 2024

Rosaria Russi: “Silvia Marongiu, ventata d’aria fresca per Ladispoli”

di Carla Zironi
La voglia di rimettersi in gioco, di una “rimpatriata” in politica per dare manforte grazie anche a un curriculum amministrativo che viene da lontano. Rosaria Russi, già Assessore alle Politiche sociali con il Sindaco Gino Ciogli, nonché sua vice, e responsabile della Segreteria del successivo Sindaco Crescenzo Paliotta, è candidata nella lista PD per le elezioni comunali di giugno. E mette il suo carico di esperienza nella squadra di Silvia Marongiu che si batte per la conquista della più alta carica cittadina sfidando Alessandro Grando, Primo Cittadino uscente. Rosaria Russi è più conosciuta come “Rossella”, e nella vita continua ad occuparsi di Sociale: da oltre trent’anni è volontaria Avo (Associazione volontari ospedalieri) e da quindici ha fondato prima un’Associazione, poi cresciuta e oggi divenuta un’impresa, con oltre 30 collaboratori, per la riabilitazione dei bambini e degli adulti in ambito logopedico, psicologico e neuro psicomotorio.
Rossella, hai scelto di essere protagonista in questa tornata elettorale, cosa ti ha spinto?
“Sinceramente consideravo conclusa la mia esperienza politica, un po’ per l’età ma soprattutto per gli impegni lavorativi che mi assorbono gran parte della giornata; poi la scelta di Silvia Marongiu, la trasparenza nelle modalità con le quali il Partito Democratico ha deciso di proporla quale candidata Sindaca e soprattutto la serietà della persona, mi hanno spinto a dare ancora una volta una mano, portando la mia esperienza pluriennale nel Sociale a Silvia che, come più volte ho sottolineato, considero una ventata d’aria fresca per Ladispoli”.
Cosa è cambiato nelle Politiche sociali ladispolane rispetto a quando eri Assessore?
“Posso fare delle considerazioni solo come spettatore esterno e basandomi su quanto riportato dalle famiglie e dai cittadini, essendo stata lontana dal contesto amministrativo per molto tempo. Mi sembra che non siano stati fatti grandi progressi e sia mancata quella collaborazione con le imprese sociali del territorio, indispensabile per il funzionamento del Welfare. Le leggi sono molto chiare in materia: ognuno, partendo dalle Istituzioni fino al singolo cittadino e passando per il privato sociale e il volontariato, deve fare la sua parte, apportare la propria esperienza e il proprio sapere per far funzionare al meglio i servizi. Pochi mesi fa abbiamo sfiorato il pericolo di non essere pronti a presentare un credibile Piano di Zona, elemento programmatorio indispensabile per il proseguimento dei progetti in favore delle categorie fragili e necessario per proporne di nuovi. Se non ci fosse stato l’intervento della Rete Sociale, probabilmente avremmo rischiato di non poter accedere ad importanti risorse economiche necessarie per tutto questo. Senza considerare che sono stati persi circa 800 milioni di finanziamenti destinati al sociale”.
Cosa pensi delle Associazioni che operano nel settore sociale anche come volontariato?
“Qui voglio rivendicare il lavoro iniziato proprio con il mio assessorato nel 1998, ancor prima che fosse varata la famosa legge 328 del 2000 che ha rivoluzionato le Politiche sociali nazionali. All’alba della mia esperienza ho iniziato subito a coinvolgere intorno a un tavolo (poi sono nati i tavoli di lavoro) tutte le forze vive della Città iniziando a modificare i termini: in un’epoca in cui si parlava di suddivisione economica dei progetti proposti, si introducevano i concetti di partecipazione e compartecipazione. Capite bene la grande differenza e, sinceramente, non è stato proprio facile. Ma noi donne, si sa, siamo caparbie e giorno dopo giorno, il concetto giusto è entrato a far parte del dialogo comune e abbiamo visto realtà sociali che hanno iniziato ad investire nella nostra Città arricchendola di servizi, famiglie con figli disabili mettersi in gioco e che oggi, riunite in varie forme associative, sono in grado di progettare autonomamente e sviluppare l’offerta sociale, il Volontariato entrare nel Welfare attivamente. Tutte cose prima impensabili”.
In senso generale, quale modello di Città vorresti?
“Una Città inclusiva con un forte senso di appartenenza, elemento necessario per rispettarla e proteggerla. Ritengo che lo slogan scelto da Silvia Marongiu per la sua campagna elettorale lo rappresenti in pieno, una Città che sappia esprimere La forza della Comunità”.
Redazione
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