venerdì, Marzo 29, 2024

Niccolò Ciatti: condannato per omicidio volontario il ceceno Rassoul Bissoultanov

Con quel calcio sferrato sulla testa di Niccolò Ciatti l’imputato voleva uccidere. Con questa motivazione il Tribunale provinciale di Girona, in Spagna, ha condannato per omicidio volontario aggravato Rassoul Bissoultanov, il 29enne cittadino ceceno accusato della morte del 21enne di Scandicci (Firenze) che venne pestato senza alcun motivo la notte tra l’11 e il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava, dove si trova in vacanza con alcuni amici. Il verdetto è stato emesso dalla giuria popolare oggi pomeriggio al termine di una lunga Camera di Consiglio. L’entità della pena sarà stabilita la prossima settimana dai giudici togati e sarà compresa tra i 15 e i 25 anni di reclusione, secondo quanto stabilisce il codice penale spagnolo. Alla lettura della sentenza erano presenti i familiari di Niccolò, con il padre Luigi e la madre Cinzia, assistiti dal loro avvocato Agnese Usai. Nei confronti di Bissoultanov il procuratore spagnolo Victor Pillado ha chiesto 24 anni di carcere e 9 anni di libertà vigilata. “Dobbiamo giustizia alla famiglia Ciatti – ha detto nella requisitoria il pm Pillado -, dobbiamo una condanna giusta e responsabile”. In attesa della definizione della pena, il condannato ha l’obbligo di firma settimanale presso la polizia. Imputato nello stesso processo anche il ceceno Movsar Magomadov, 27 anni, che per la procura non avrebbe avuto responsabilità nell’omicidio, mentre i legali della famiglia Ciatti lo ritengono altrettanto colpevole. La giuria popolare ha assolto Magomadov da ogni accusa. “Non pensavo che con un calcio alla testa potessi ucciderlo”, ha tentato di difendersi in aula Bissoultanov. La difesa del ceceno ha sostenuto che si sarebbe trattato di omicidio preterintenzionale, reato punibile con un massimo di quattro anni di carcere. Nel corso delle udienze di questa settima davanti al tribunale spagnolo la giuria popolare ha ascoltato i tecnici della polizia che hanno evidenziato come il calcio letale alla testa per il giovane di Scandicci è stato assestato in modo definito professionale da una persona conoscitrice di tecniche di lotta, e non in modo casuale. Sono stati sentiti dai giudici anche gli amici presenti durante la vacanza a Lloret de Mar e gli stessi familiari. Secondo quanto ricostruito durante le indagini, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l’11 e il 12 agosto 2017, sulla pista da ballo della discoteca ‘St Trop’ insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l’ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale. Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. Anche Magomadov avrebbe preso parte al pestaggio, e alcuni video girati dai presenti in discoteca e le testimonianze degli amici di Niccolò lo confermerebbero.
Redazione
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