venerdì, Aprile 26, 2024

Cinema: Quarant’anni fa usciva “E.T”, il capolavoro di Steven Spielberg

di Alessandro Ceccarelli
Nella storia del cinema ci sono dei film che per una serie di motivazioni sono entrati di diritto nell’immaginario collettivo. Uno di questi è senza dubbio “E-T” diretto da Steven Spielberg che proprio oggi 11 giugno usciva nelle sale di tutto il mondo quarant’anni fa. Nessuno allora immaginò che potesse diventare uno delle pellicole di maggior successo di tutti i tempi: a fronte di un budget di 10,5 milioni di dollari a distanza di quattro decenni la pellicola del regista statunitense è al settimo posto nella classica degli incassi rivalutati con il tasso d’inflazione di oggi: circa 2,5 miliardi di dollari. Perchè “ET” ha avuto un impatto così vasto a livello mondiale? Probabilmente per alcuni aspetti: la leggerezza e il modo in cui è raccontata con gli occhi dei bambini una storia che coinvolge le emozioni di ogni cultura. Gli omaggi ad un certo cinema caro a Frank Capra e Vittorio De Sica (La scena della bicicletta che vola) e le meravigliose musiche del compositore John Williams. In definitiva il regista Steven Spielberg ci ricordò ciò che rendeva l’infanzia è l’adolescenza completamente diversa da ogni altra fase della vita: la scoperta e l’assenza di pregiudizi. Elliot, la sua sorellina Gertie e il fratello Michael, ancora oggi sono essenzialmente il simbolo più potente che il cinema ci abbia dato di quella mentalità, di quel modo di guardare al mondo senza dei preconcetti, per il semplice fatto che la vita ancora non ci ha permesso di fabbricarcene alcuni. Pochi come Spielberg hanno elogiato tale componente, pochissimi hanno saputo proprio per questo fare un cinema essenzialmente di emozioni primarie e quindi universali.
Entrato ormai a far parte dei classici del cinema, “E.T. L’extra-terrestre” compie 40 anni. Il cult diretto da Steven Spielberg, presentato in anteprima mondiale durante la cerimonia di chiusura al 35esimo Festival di Cannes, debuttò nelle sale statunitensi l’11 giugno 1982. La tenera storia dell’alieno precipitato per caso sulla Terra ha commosso e conquistato generazioni di grandi e piccini conquistando anche 2 Golden Globe (Miglior Film Drammatico e Miglior Colonna Sonora per John Williams) e 4 premi Oscar (Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro, Migliori effetti speciali e Miglior colonna sonora) su 9 candidature.
L’ALIENO DI RAMBALDI
Spielberg non voleva che E.T. fosse carino, per indurre il pubblico ad andare oltre le apparenze. Scelse Carlo Rambaldi che aveva collaborato con lui a “Incontri ravvicinati del terzo tipo e aveva vinto l’Oscar per “Alien”. La creatura da un altro mondo, con il collo lunghissimo e il corpo tozzo, e con il dito lungo e dalla terminazione illuminata, ha rappresentato la vetta del lavoro del maestro degli effetti speciali. Il volto è un mix di quelli di Carl Sandburg, Albert Einstein ed Ernest Hemingway.

IL GIOVANE PROTAGONISTA

Henry Thomas, che interpreta il giovane protagonista, fu preferito da Spielberg ad altri 300 aspiranti attori. Il bambino 11enne impressionò ed emozionò il regista improvvisando la scena durante il provino e riuscendo a piangere davvero. L’attore rivelò poi che ci riuscì pensando al suo cane, morto tre anni prima.

DREW, LA BUGIARDA

Nei panni della sorellina di Elliott c’è una piccolissima Drew Barrymore, che ottenne la parte ai danni di altre future star come Juliette Lewis e Sarah Michelle Gellar. La scelta ricadde su di lei per il modo bizzarro in cui si presentò ai provini, raccontando di essere una famosa cantate di una punk band, Purple People Eaters, che proprio la notte prima si erano esibiti davanti a migliaia di persone. Il “racconto” di fantasia della giovane attrice impressionò Spielberg che la scelse e la descrisse come “un’adorabile bugiarda”.

I BAMBINI NEL CINEMA DI SPIELBERG

Percorrendo la variegata filmografia di Spielberg è evidente la sua ossessione per i giovanissimi protagonisti, che evocano la propria infanzia e la sua voglia di non crescere. Dopo il bimbo di tre anni di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, c’è Elliott di E.T. e poi il ragazzo de “L’Impero del sole”, i nipotini del magnate in “Jurassic Park”, o la bimba dal cappottino rosso di “Schindler’s List”. Fino a un’ipotetica trilogia sui bimbi sperduti, di cui lui stesso molto probabilmente si sente parte che parte da “Hook – Capitan Uncino” e prosegue lungo “Prova a prendermi” e “Ready Player One”.

OMAGGIO A DE SICA

Una delle immagini indelebili del film rimane quella in cui Elliot e il suo amico alieno volano in bicicletta con la luna sullo sfondo. Si tratta di una citazione di “Miracolo a Milano”, film Vittorio De Sica, amatissimo da Spielberg.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli