venerdì, Aprile 26, 2024

Covid, per l’Iss “Il vaccino previene la malattia grave fino all’87%”

L’efficacia del vaccino anti Covid nel periodo di prevalenza di Omicron (dal 3 gennaio 2022) nel prevenire casi di malattia severa è del 69% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 71% in chi ha completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni, per arrivare al 87% nei vaccinati con booster. Lo indica il Report esteso settimanale Iss che integra il monitoraggio. Nel prevenire il contagio è pari al 41% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 32% tra i 91 e 120 giorni, e 46% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo o pari al 55% con dose booster.
Aumentano le reinfezioni dal 6,3 al 7,4%
Continua l’aumento delle reinfezioni da Covid. Dal 24 agosto 2021 al 5 giugno 2022 sono stati segnalati 532.755 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati, nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 7,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando erano il 6,3%. Lo indica il Report esteso settimanale che integra il Monitoraggio Covid Iss-MInistero della Salute. Più a rischio i non vaccinati, le donne, i sanitari e chi e’ vaccinato da piu’ di 120 giorni.
L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021, specifica meglio il Report, indica un rischio maggiore nei soggetti con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di COVID-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti.
Nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi. “Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare”. Piu’ a rischio anche le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. “Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età oltre i 60 anni”.
Infine negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.
Redazione
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