sabato, Aprile 20, 2024

Governo, dopo il Senato anche la Camera da l’ok al premier Draghi per gli aiuti all’Ucraina

All’indomani della scissione di Luigi Di Maio dal M5S e dopo avere incassato ieri il via libera del Senato, Mario Draghi ottiene il voto favorevole anche dai deputati sulla risoluzione di maggioranza sugli aiuti all’Ucraina che lo impegnerà al Consiglio europeo di domani e dopodomani a Bruxelles. Il documento passa con 410 voti favorevoli, 29 contrari e 34 astenuti. L’aula della Camera ha anche approvato con 47 voti a favore 22 contrari e 388 astensioni la risoluzione presentata da Fdi sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in vista della riunione del Consiglio europeo,  risoluzione sulla quale il governo si era rimesso all’aula. Mario Draghi, nella sua replica, ringrazia  il Parlamento, con qualche distinguo ma in maniera unitaria “per il sostegno fondamentale” rispetto a delle decisioni “molto difficili” e incassa  l’appoggio dell’Italia alla resistenza ucraina contro l’invasione russa, compreso l’invio di armi e l’applicazione delle sanzioni. “L’unità è fondamentale”, dice, “in questi momenti, quando il Paese è sia pure indirettamente coinvolto in una guerra, le decisioni che si devono prendere sono molto complesse anche a livello personale, sono decisioni profonde, che hanno risvolti anche morali profondi e complicati. Per cui avere il vostro sostegno nel prendere queste decisioni è fondamentale per me”. A cominciare dalle sanzioni inflitte a Mosca ma che hanno delle ricadute pesanti anche sui cittadini italiani e dall’invio delle armi a Kiev, tema su cui si è consumato lo strappo all’interno del Movimento Cinque Stelle. “C’è una fondamentale differenza tra due punti di vista – dice Draghi – in base al primo punto di vista, che è quello mio sostanzialmente, l’Ucraina si deve difendere. Le sanzioni, l’invio di armi servono a questo. L’altro punto di vista è diverso: ‘L’Ucraina non si deve difendere, non dobbiamo fare le sanzioni e non dobbiamo mandare le armi. La Russia è troppo forte, perché combatterla? Lasciamola entrare, lasciamo che l’Ucraina si sottometta, dopotutto cosa vogliono questi'”, continua. E riguardo alla “tragedia umanitaria derivante dalla crisi alimentare che sta per abbattersi su coloro che sono i più poveri” la “colpa è delle sanzioni o dell’Europa? No, la colpa è della Russia che ha dichiarato guerra all’Ucraina”, aggiunge. Agli interventi di alcuni deputati che insistono nella richiesta al governo di cercare una via diplomatica al conflitto, Draghi replica secco: “L’Italia e io cerchiamo questa pace, l’abbiamo cercata sin dall’inizio. Ma per mettersi seduti e cominciare a delineare un piano di pace” bisogna essere in due. E invece c’è “una parte che oggi sta continuando a cercare una guerra, cerca posizioni di vantaggio e dice che solo quando saranno state stabilizzate in Ucraina si potrà parlare di pace. L’altra parte, l’Ucraina, dice ‘prima ve ne dovete andare poi cominciamo a parlare’, sono due posizioni inconciliabili”.
Redazione
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