giovedì, Marzo 28, 2024

Report 2021 sulla violenza maschile alle donne: solo uno stupro su tre viene denunciato

Sono donne tra i 30 e i 49 anni, italiane e spesso senza un reddito o casalinghe, le vittime di violenza, e soltanto una su tre decide di denunciare l’aggressore che è prevalentemente italiano. Il quadro emerge dal report 2021 “Violenza maschile alle donne: a che punto siamo?”, presentato dall’associazione nazionale Donne in Rete contro la violenza. Il documento si basa sulla raccolta dei dati estratti dall’attività che svolgono le organizzazioni socie e consente di analizzare le caratteristiche della violenza nelle sue diverse forme, anche smontando gli stereotipi che ancora caratterizzano l’idea di gran parte dell’opinione pubblica sulla violenza. Nel 2021 sono state accolte complessivamente 20.711 donne, il 3,5% in più rispetto all’anno scorso. Il 46% delle donne accolte appartiene alla fascia di età 30/49 anni, straniere per il 26%. Ad aggredirle sono soprattutto italiani, gli stranieri sono il 27%, un dato costante e consolidato negli anni, che cozza contro il pregiudizio della violenza consumata soprattutto da stranieri extraeuropei. I centri della rete sono presenti in tutte le regioni italiane, tranne che in Molise, ma non sono distribuiti omogeneamente: a nord sono 58, 24 al centro, 16 al sud e 8 nelle isole con 185 appartamenti e 1023 posti letto. Rispetto al 2020 è cresciuta anche la risposta dei centri, che gestiscono 182 sportelli antiviolenza, il 25% in più. Le attività che i Centri garantiscono alle donne sono sempre varie: accoglienza e possibilità di consulenza legale nella quasi totalità dei casi, consulenza psicologica e percorsi di orientamento al lavoro in circa il 90% dei casi. Nell’ultimo anno il servizio di orientamento al lavoro è passato dall’88% al 94%. Un dato significativo se confrontato con la percentuale di donne che può contare su un reddito sicuro, il 37% tra occupate e pensionate. L’attività dei centri si sostiene per gran parte sul lavoro volontario delle attiviste, di cui solo il 33, 3% è retribuito, anche a causa della scarsità e non strutturalità dei fondi. “Dietro ogni numero c’è una storia, la storia di ogni singola donna, che crede nella possibilità di uscire dalla violenza, dà fiducia ai nostri centri – spiega la presidente di Donne in Rete Antonella Veltri – l’aumento di donne che a noi si rivolgono lo leggiamo in questa luce. Sono numeri che danno la misura del lavoro che le 2.793 attiviste, di cui solo poco più del 30% retribuite, svolgono per dare forza alle donne”.
Redazione
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