martedì, Aprile 23, 2024

Allarme siccità, grande preoccupazione per la situazione della salinità nel delta del Po

La siccità e il clima insolitamente caldo hanno aumentato la salinità del delta del Po, là dove il primo fiume d’Italia si getta nel Mare Adriatico a sud di Venezia, e sta mettendo in ginocchio non solo le risaie ma l’allevamento di vongole e mitili. Almeno un terzo delle pregiate vongole allevate nel delta del Po sono morte. Le piante lungo le rive del Po stanno morendo perché l’acqua dalle falde è sempre più salata e i corsi d’acqua secondari si sono prosciugati, riducendo le zone umide in cui vivono anfibi e uccelli. È evidente che c’è un intero sistema con un’ecologia che avrà problemi permanenti”, spiega a Associated Press Giancarlo Mantovani, direttore dell’Autorità di Bacino del Po. L’ecosistema comprende il Parco del delta del Po, che insieme ai territori veneti circostanti, forma una riserva riconosciuta dall’Unesco per la sua biodiversità. La quantità di acqua che entra nel delta del Po è ai minimi storici, il mese scorso ha toccato appena 95 metri cubi al secondo a causa della siccità dovuta alla mancanza di manto nevoso invernale e di piogge primaverili ed estive. Si tratta di un decimo della media annuale. È da quasi due mesi che gli agricoltori non possono attingere all’acqua del fiume per i propri campi. E l’impatto potrebbe cronicizzarsi in quanto l’acqua salata sta percolando nell’entroterra a distanze mai registrate prima, e si infiltra nelle falde acquifere. I delta sono per definizione un’area di scambio tra acqua dolce e salata, ma alla foce del Po il movimento sta diventando sempre più unidirezionale. La penetrazione dell’acqua salata nell’entroterra è aumentata dai due chilometri negli anni ’60 e i 10 chilometri negli anni ’80, fino ad arrivare ai 38 chilometri  di quest’anno. “Il territorio intorno al Po si trova a tre metri sotto il livello del mare, quindi c’è un flusso continuo di acqua salina che va a finire nelle falde acquifere”, dice Mantovani. “Stiamo quindi creando non solo un problema agricolo, umano, ma anche ambientale. È una tempesta perfetta”. Per i coltivatori di vongole, l’eccessiva salinità, le temperature elevate e la conseguente diffusione di alghe stanno soffocando il mollusco, principe della cucina estiva italiana. E nessuno è più pregiato delle vongole veraci che si allevano nel Mare Adriatico. “Si vede che le vongole stanno soffrendo”, spiega Katiuscia Bellan, che alleva vongole da 27 anni. “Nel pomeriggio, con questo caldo, la laguna si asciuga. Ci si passa con il trattore”. Secondo  Coldiretti, la moria di quest’anno potrebbe accelerare se non viene ripristinato il corretto scambio di acqua dolce e salata. Nel frattempo, gli allevatori di vongole, preoccupati che altri stock possano morire, si sono precipitati sul mercato finché hanno ancora molluschi da vendere. Questa abbondanza ha fatto scendere i prezzi, creando ulteriori difficoltà economiche. Anche i coltivatori di riso della zona osservano con crescente ansia l’aumento della salinità. Le risaie del Delta del Po rappresentano una piccola parte della produzione nazionale di riso in Italia, che si concentra in Piemonte e Lombardia, colpite dalla siccità e più vicine alle sorgenti del Po. E se i produttori più grandi soffrono per la mancanza d’acqua nei campi, quelli del delta soffrono l’aumento del contenuto di sale, che uccide le piante. Elisa Moretto, che gestisce una piccola azienda a conduzione familiare, spera di riuscire a salvare almeno un terzo del raccolto quest’anno, ma è ancora tutto da vedere. Se riuscirà a ottenere un profitto dipenderà da altri fattori, tra cui l’aumento dei costi del carburante e dei fertilizzanti. Ma la vera preoccupazione è per il futuro, se la salinità aumenterà e causerà danni permanenti alle falde acquifere. “Se ciò accade, muore tutto”.
Redazione
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