venerdì, Aprile 19, 2024

Report della Cgia di Mestre: il Nord Est torna a essere il traino economico dell’Italia

Il Nordest torna a trainare l’economia dell’Italia. Nel 2022, infatti, il Pil del Veneto è destinato ad aumentare del 3,4%. Per la Cgia di Mestre nessuna altra regione è destinata a fare meglio. Subito dopo ci sono Lombardia con il 3,3 ed Emilia Romagna, altra regione nordestina, con il 3,21. In coda, invece, ci sono Marche con un +2,4%, Basilicata con il 2,3 e, infine, Calabria con il 2,1. I numeri della ripresa economica – Entro il 2022 solo 7 regioni su 20 recupereranno il livello di Pil ante l’avvento della pandemia (2019): Lombardia, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Puglia, Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia e Trentino-Alto Adige. Le altre 13 ancora no. I dati emergono da un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia sugli scenari territoriali presentati da Prometeia. Le realtà territoriali che hanno faticato più delle altre a recuperare il terreno perduto sono Toscana (-1,4%), la Calabria (-1,8) e, infine, Sardegna (-2,1).
Nel 2022 la crescita media del Pil italiano è stimata al 2,9%. Un livello inferiore a quello ipotizzato, ad esempio, nelle settimane scorse dalla Banca d’Italia (+3,2%) o al dato sulla crescita dell’Istat (+3,4). La Cgia ritiene, infatti, che nel prossimo autunno lo scenario economico/sociale sarà particolarmente difficile.
Il caro-energia, l’inflazione galoppante, gli sviluppi della guerra in Ucraina e una possibile recrudescenza del Covid rischiano di “frenare” con più forza di quanto previsto lo slancio economico maturato in Italia nella prima parte del 2020. Gli aiuti pubblici erogati dal Governo Draghi per contrastare la crisi, il buon andamento del turismo, gli investimenti (specie nelle costruzioni) e l’export sono le voci più significative nella ripresa economica in atto. Per quanto concerne i consumi delle famiglie, che costituiscono il 60 per cento circa dell’intero Pil nazionale, dovrebbero salire, rispetto al 2021, del 2,8 per cento, anche se rispetto al 2019 sono ancora inferiori del 4,1. Rispetto a 3 anni fa, le nostre vendite all’estero sono incrementate del 9%. Le province che corrono – In merito alla crescita economica, misurata a livello provinciale dal valore aggiunto, svetta la Venezia Giulia: Gorizia con il +4,4% e Trieste con +4,3 guidano la classifica nazionale. Sondrio, invece, con +4,1 occupa il terzo gradino del podio.
Altrettanto significativo il risultato previsto a Barletta, Caserta e Monza-Brianza (tutte con il 4%), Brindisi e Verona (entrambe con il +3,9%). Sebbene la crescita sia comunque positiva, chiudono la graduatoria a livello nazionale Pordenone, Cagliari e Viterbo (con il +1,9%) e, infine, Vibo Valentia e Reggio Calabria (ambedue con il +1,7%).
Rispetto al 2019, 51 province su 107 devono ancora recuperare la perdita del Pil causata dalla crisi pandemica. Le situazioni più critiche si registrano a Pisa (-3,5%), Rovigo (-3,8), Brindisi (- 4), Macerata (-4,1), Vibo Valentia (-4,3) e Belluno (-5,2).
Redazione
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