venerdì, Aprile 26, 2024

M5S, l’amaro sfogo di Alessandro Di Battista: “Fa da padre padrone e io sotto Grillo non ci sto”

Alessandro Di Battista spiega perché il suo nome non compare nelle liste delle parlamentarie del Movimento 5 Stelle e si lascia andare a un lungo sfogo social che segna una rottura, forse definitiva, con i pentastellati. Dopo l’appoggio all’esecutivo guidato da Mario Draghi, bollato come “il governo dell’assembramento”, Dibba dice di non fidarsi più “politicamente di Beppe Grillo” che “ancora fa da padre padrone e io sotto Grillo non ci sto”.
Nel mirino Grillo, Fico e Di Maio – Nel lungo video rivolto ai suoi sostenitori, Di Battista racconta il travaglio che lo ha portato alla scelta di non scendere in campo. Una decisione prima della quale ha sentito anche Giuseppe Conte: “È stato molto sincero”, “è un galantuomo” e “anche parlando con lui ho compreso che ci sono tante componenti dell’attuale M5s che non mi vogliono”. È in particolare con il garante del Movimento, con il presidente della Camera Roberto Fico e con Luigi Di Maio che l’ex 5 stelle se la prende. “Da Grillo passando per Fico non mi vogliono per una serie di ragioni – spiega -, forse perché temono il fatto che io sia poco imbrigliabile, che io possa (giustamente) ricordare gli errori politici commessi soprattutto negli ultimi due anni”. “Creerò un’associazione, continuerò a lavorare da fuori” – Poi punta il dito contro le interviste rilasciate da esponenti del Movimento sul suo conto: lo dipingevano come “un distruttore tipo Attila”, “quando forse i disboscatori di consensi sono stati altri…”. Di Battista sostiene di essere stato esortato a candidarsi da “decine di migliaia” di persone ma di aver scelto diversamente per mancanza di sintonia con il resto dell’attuale M5s. Ed ora è pronto a fondare un’associazione per fare politica dall’esterno: “Vedremo dove porterà questo percorso”. “Mi impedirono di fare il capo politico” – La rabbia nei confronti degli ex compagni di viaggio, però, è ancora palpabile. C’è chi è pronto a “infilarsi nella sede del Pd per elemosinare un seggio, dopo aver detto peste e corna”, l’affondo, “io non sono come queste persone, grazie a Dio”. Anche prima dell’addio al Movimento, riferisce di aver “avuto momenti difficili”, ad esempio, “quando mi hanno impedito di fare il capo politico del M5s evitando di votare. Non hanno neppure voluto pubblicare i voti degli Stati Generali perché io avevo preso il triplo dei voti di Di Maio”, che allora “faceva ancora il ducetto”. “Di Battista è una persona che considero un interlocutore autentico e leale”. Lo ha detto al Tg2 il presidente del M5s Giuseppe Conte, che spiega di “rispettare la sua scelta” di non candidarsi. “Non condivido tutte le sue opinioni – ha aggiunto – ma posso garantire che il Movimento continua la sua azione sulla base dei suoi principi ispiratori”.
Redazione
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