venerdì, Marzo 29, 2024

Emergenza energetica: il 57% delle famiglie italiani è già in difficoltà con i pagamenti delle bollette

Il dilemma delle bollette pesa come un macigno sulle famiglie già a corto d’ossigeno in previsione dell’autunno imminente. Il 57% infatti dichiara già oggi la difficoltà di pagare l’affitto e il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento e se restringiamo il campo a luce e gas un italiano su 3 entro Natale potrebbe non coprire più le spese per le utenze. E’ quanto sottolinea il Rapporto Coop 2022, che parla di nuova austerity degli italiano ed evidenzia come questo dilemma sia “ben lontano dall’essere risolto”. Essere le formiche d’Europa e risultare ultimi nella classifica di chi dichiara di spendere di più per godersi il presente (lo sostiene solo il 40% degli italiani a fronte del 46% degli inglesi e del 44% di tedeschi e francesi) non basta più. Neanche li mette al riparo la spending review energetica che le famiglie sembrano aver messo in campo tanto che il 41% si dichiara già molto attento a accendere le luci il meno possibile, il 30% è già consapevole di ridurre il riscaldamento domestico e molti sono gli italiani abituati ad un uso razionale degli elettrodomestici. L’Italia del 2022 si scopre a conti fatti un Paese più vulnerabile con la classe media sempre più in difficoltà, una parte che rimane indietro (24 milioni che nel 2022 hanno sperimentato almeno un disagio) e una netta crescita dell’area della povertà vera e propria (+ 6 milioni nell’ultimo anno). Per converso nel post pandemia cresce agli antipodi il mercato del lusso: +46% le compravendite di case il cui valore supera un milione di euro (2021 vs 2020), +16% le immatricolazioni di auto di valore (primo semestre 2022 vs 2021) con un aumento pari a + 36% della ricchezza posseduta dai pochi ma rappresentativi Paperoni d’Italia (2022 vs 2019). La forbice tra chi ha poco e chi troppo si divarica e in un futuro sospeso che il 48% dipinge come instabile e precario ricompaiono le grandi rinunce; non si comprano le auto (-32% la variazione in negativo fra 2022 e 2019), né gli elettrodomestici, neanche la nuova casa (più di 10 milioni sono intenzionati a rimandare). Gli italiani compressi tra i prezzi che aumentano e i salari che rimangono inchiodati a un +0,8%, vedono scivolare in basso il loro potere d’acquisto e hanno già iniziato a cercare con insistenza altre possibili vie d’uscita. I più avveduti (68%) non si sono fatti trovare impreparati nemmeno dalla euforia estiva e hanno già avviato la loro personale spending review, il 17% dichiara invece l’intenzione di farlo con l’arrivo dell’autunno. Comunque sia sarà per tutti un esercizio quotidiano che oltre ai grandi capitoli di spesa colpirà soprattutto il superfluo di tutti i giorni (bar e ristoranti, abbigliamento e intrattenimento extradomestico), ma comporterà anche il rinvio di viaggi e vacanze e il posticipo degli acquisti di prodotti tecnologici e arredo. Intanto il lavoro è sempre più povero e lavorare non basta più; nel rapporto tra costo della vita e stipendi medi, l’Italia è il fanalino di coda tra le principali economie europee, con un salario del 33% più basso di quello dei tedeschi per esempio che hanno un costo della vita equiparabile al nostro, mentre guadagniamo come gli spagnoli che hanno un costo della vita del 19% inferiore. Un occupato su 5 tra coloro che hanno contratti part time è oggi a rischio povertà (era uno su sei nel 2010) e un dipendente su 10 full-time corre lo stesso rischio. A conti fatti sono 900 mila in Italia oggi i lavoratori che guadagnano meno di 1.000 euro al mese, il doppio rispetto a 15 anni fa.
Redazione
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