venerdì, Marzo 29, 2024

Il ‘consiglio’ della Cgia di Mestre al Governo: Per il caro bollette servono almeno 35 miliardi di euro

Al nuovo governo serviranno almeno 35 miliardi di euro per dimezzare gli effetti della crisi energetica in corso. È la stima della Cgia di Mestre, secondo la quale il rischio è che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, conseguentemente, di vedersi chiudere la fornitura. “Se consideriamo che, rispetto all’anno scorso, i rincari energetici del 2022 ammontano a 127,4 mld, a questo importo vanno sottratti i 58,8 mld di sostegni fin qui erogati dal governo Draghi per contrastare il caro bollette”, afferma l’associazione, spiegando come è stata calcolata la cifra. Importo che include anche i 14 mld circa che il governo Draghi ha approvato il 16 settembre. Rispetto al 2021, le famiglie e le imprese, al netto degli aiuti stanziati, dovranno farsi carico di un aumento del costo dell’energia elettrica e del gas che sfiora i 70 mld. Ritenendo improbabile un azzeramento di questo incremento, per la Cgia, il nuovo governo dovrà, entro fine 2022, recuperarne almeno la metà (35 mld) per sostenere chi non ha i soldi per pagare le bollette. Dall’indagine fatta lo scorso febbraio da Arte, il 15,4% delle Pmi e degli utenti domestici non era riuscito a pagare le bollette di luce e gas. Sette mesi fa l’ammontare dei debiti era in media tra i 700-800 euro al mese per gli utenti domestici, di circa 5 mila euro per le piccole imprese e le partite Iva. Con gli aumenti che in questi ultimi mesi hanno caratterizzato le bollette di luce e gas c’è il pericolo che entro la fine 2022 siano almeno il 30% le utenze domestiche e le Pmi non in grado di pagare le bollette. Secondo molti esperti, sostiene ancora la Cgia, gli effetti economici negativi del caro bollette che si sono abbattuti quest’anno su famiglie e imprese sarebbero equiparabili a quelli provocati negli ultimi 2 anni dalla pandemia. Tra il 2020 e il 2021, sono stati erogati dai governi che si sono succeduti 180 mld di aiuti. Il debito pubblico rispetto al Pil era salito al 155% (anno 2020), tuttavia la crisi sociale è rimasta sotto controllo e a oggi il rapporto debito/Pil è sceso al 148%. Con la crisi energetica, invece, nel 2022 le misure per mitigare il caro bollette sono state pari a 58,8 mld. I primi 100 giorni del nuovo esecutivo saranno pieni di problemi e di difficoltà e ci saranno poche risorse economiche a disposizione. Sino al momento in cui l’Ue non troverà un accordo sull’introduzione di un tetto al prezzo del gas e al disaccoppiamento di quest’ultimo da quello dell’energia elettrica prodotta con le rinnovabili, l’unica cosa da fare è ristorare imprese e famiglie in difficoltà. In alternativa allo scostamento di bilancio, i 35 mld di euro necessari per “salvare” molte famiglie e altrettante imprese potrebbero essere recuperati attraverso l’inasprimento della tassazione degli extraprofitti delle imprese energetiche: una proposta che, in linea teorica, appare praticabile, anche se va segnalato che con l’attuale tassazione fissata per decreto al 25%, l’erario punta a riscuotere poco più di 10 mld di euro. Pertanto, per incassare i 35 mld bisognerebbe portare il livello di tassazione attorno al 75%. Si ricorda che, tuttavia, le imprese energetiche, alla scadenza della prima rata prevista verso la fine dello scorso mese di giugno, hanno pagato poco meno di 1 miliardo; bisogna quindi vedere se “accetterebbero” di vedersi triplicare il prelievo.
Redazione
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