venerdì, Marzo 29, 2024

Pnrr, parla il premier Draghi: “Non è il Piano di un governo ma di tutta l’Italia e ha bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita”

“Il Pnrr non è il Piano di un governo, ma di tutta l’Italia, e ha bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita nei tempi e con gli obiettivi previsti. La politica italiana sa ottenere grandi risultati quando collabora – tra forze politiche di colori diversi, tra Governo centrale ed enti territoriali”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo alla Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo dove si è recato in visita nel pomeriggio. “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha rimarcato il premier – rappresenta una straordinaria opportunità per sostenere l’economia in un momento di rallentamento; per rilanciare il Paese dopo due decenni di crescita lenta e diseguale; per dimostrare ai cittadini e ai nostri partner europei che l’Italia sa investire bene e con onestà. Grazie al Pnrr, investiamo quasi 20 miliardi per misure di inclusione sociale e introduciamo riforme e interventi per ridurre i divari generazionali, regionali, di genere. Penso al reimpiego dei beni confiscati alla criminalità organizzata da parte delle amministrazioni comunali, una misura importante nel contrasto patrimoniale alle mafie. Sono progetti – ricorda Draghi – che portano nuova vita e orgoglio nelle comunità locali e che necessitano della collaborazione dei Comuni, ad esempio con il rispetto dell’obbligo di pubblicità. Per tutelare gli investimenti, abbiamo ampliato i poteri dei Prefetti, intensificato i controlli, rafforzato l’Organismo centrale di monitoraggio, raccolta e analisi di informazioni sul rischio di infiltrazione. Abbiamo previsto l’assunzione di 700 persone da parte dei ministeri competenti, anche per potenziare le attività di controllo e sostenere gli enti locali”. “La confisca dei beni sottratti alla mafia – ricorda Draghi – è frutto di una legge del 1982, che porta i nomi di Pio La Torre, ex segretario del Partito comunista siciliano, e di Virginio Rognoni, allora ministro democristiano dell’Interno, scomparso il 20 settembre scorso. È stata parte delle fondamenta su cui i giudici Falcone e Borsellino hanno costruito il maxiprocesso contro Cosa Nostra; ha fornito la base legale per successive inchieste che hanno inferto ulteriori, durissimi colpi alle mafie e ha contribuito a rendere il recupero e la confisca dei beni alle mafie in Italia un modello a livello europeo, uno strumento di cooperazione tra Stati membri. Dobbiamo essere orgogliosi di ciò che l’Italia ha fatto nella lotta alla mafia – sottolinea il premier – di ciò che voi e i vostri colleghi avete fatto. Al tempo stesso – ammonisce – dobbiamo essere consapevoli che questo impegno deve continuare, senza esitazioni, anche nei prossimi anni“.
Redazione
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