giovedì, Aprile 25, 2024

Papa Francesco in Bahrein: “Cerchiamo di essere custodi  e costruttori di unità”

Papa Francesco è arrivato alla Chiesa del Sacro Cuore a Manama dove ha luogo l’incontro di preghiera e la recita dell’Angelus con i Vescovi, i Sacerdoti, i Consacrati, i Seminaristi e gli Operatori Pastorali, ultimo appuntamento pubblico del suo viaggio apostolico in Bahrain.
Al suo arrivo, il Pontefice è accolto davanti alla chiesa parrocchiale da tre bambini accompagnati da una religiosa con un omaggio floreale. Dopo il saluto di benvenuto dell’Amministratore Apostolico del Vicariato dell’Arabia del Nord, monsignor Paul Hinder, e del Parroco che gli porge la croce e l’acqua benedetta per l’aspersione, Bergoglio percorre la navata centrale fino ad arrivare al presbiterio mentre viene eseguito un canto.  Dopo il canto, il saluto liturgico e le parole di benvenuto dell’Amministratore Apostolico, un operatore pastorale e una suora portano la loro testimonianza; quindi dopo una lettura, Papa Francesco pronuncia il Suo discorso al termine del quale guida la recita dell’Angelus.     A conclusione, dopo la benedizione e il canto finale, il Papa firma il Libro d’Onore e si reca a piedi nell’antica Chiesa del Sacro Cuore per una visita privata, accompagnato dai Superiori della Segreteria di Stato, dai cardinali, dal Nunzio Apostolico e dall’Amministratore Apostolico. Quindi si trasferisce in auto alla Sakhir Air Base di Awali per la cerimonia di congedo dal Regno del Bahrain. “Vedendo presenti i fedeli del Libano, assicuro la mia preghiera e vicinanza a quell’amato Paese, così stanco e così provato, e a tutti i popoli che soffrono in Medio Oriente”. Così Papa Francesco nell’incontro di preghiera con i vescovi, i sacerdoti, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali presso la Chiesa del Sacro Cuore a Manama, in Bahrein. Dopo la traduzione dell parole del Pontefice si è levato un applauso dai presenti.
“Cerchiamo di essere custodi  e costruttori di unità! Per essere credibili nel dialogo con gli  altri, viviamo la fraternità tra di noi”. Bergoglio ha indicato la via da seguire: “Facciamolo nelle comunità, valorizzando i carismi di tutti senza mortificare nessuno; facciamolo  nelle case religiose, come segni viventi di concordia e di pace;  facciamolo nelle famiglie, così che il vincolo d’amore del sacramento  si traduca in atteggiamenti quotidiani di servizio e di perdono;  facciamolo anche nella società multireligiosa e multiculturale in cui  viviamo: sempre a favore del dialogo, tessitori di comunione con i  fratelli di altri credo e confessioni”.  “So che su questa strada voi offrite già un bell’esempio, ma la  fraternità e la comunione sono doni che non dobbiamo stancarci di  chiedere allo Spirito, per respingere le tentazioni del nemico, che  sempre semina zizzania”, ha osservato il Papa. Una preghiera per l’Etiopia, senza dimenticare la martoriata Ucraina. Papa Francesco al termine dell’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali presso la Chiesa del Sacro Cuore a Manama, in Bahrein, in un passaggio a braccio, ha esortato a continuare a pregare per “la pace”. “In questi mesi stiamo pregando tanto per la pace”, ha detto il Pontefice ricordando l’accordo firmato sull’Etiopia e sottolineando la speranza per una “pace duratura”, e che con l’aiuto di Dio si continui la via del dialogo”. “E non voglio dimenticare di pregare per la martoriata Ucraina perche’ quella guerra finisca”, ha aggiunto Bergoglio.
“Un cristiano prima o poi deve ‘sporcarsi le mani’ e vivere la sua testimonianza”. Lo ha sottolineato Papa Francesco in un passaggio a braccio durante il suo incontro di preghiera con i vescovi, i sacerdoti, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali presso la Chiesa del Sacro Cuore a Manama, in Bahrain. “Tutti i battezzati hanno ricevuto lo Spirito e tutti sono profeti. E in quanto tali non possiamo far finta di non vedere le opere del male, restare nel ‘quieto vivere’ per non sporcarci le mani”. “Al contrario – ha aggiunto -, abbiamo ricevuto uno Spirito di profezia per portare alla luce, con la nostra testimonianza di vita, il Vangelo”. “La profezia ci rende capaci di praticare le beatitudini evangeliche nelle situazioni di ogni giorno, cioè di edificare con ferma mitezza quel Regno di Dio nel quale l’amore, la giustizia e la pace si oppongono a ogni forma di egoismo, di violenza e di degrado”.
“Tu sai cosa penso io quando entro in un carcere? Perché loro e non io? È la misericordia di Dio”. Così Papa Francesco a braccio durante l’incontro di preghiera con i vescovi, i sacerdoti, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali presso la Chiesa del Sacro Cuore a Manama, in Bahrein. Il Pontefice, ricordando la testimonianza di una religiosa che presta il suo ministero tra i carcerati, ha sottolineato come sia importante “prestare loro attenzione, perché là dove ci sono fratelli bisognosi, come i carcerati, c’è Gesù, Gesù ferito in ogni persona che soffre”. “Ma prendersi cura dei detenuti fa bene a tutti, come comunità umana, perché è da come si trattano gli ultimi che si misura la dignità e la speranza di una società”.
Redazione
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