venerdì, Aprile 26, 2024

Guerra in Ucraina, la gioia del premier Zelensky: “Kherson è nostra”

“Kherson è nostra”. Volodymyr Zelensky esulta in un video su telegram a due giorni dall’annuncio del ritiro russo dalla città. “Oggi è una giornata storica. Ci riprendiamo Kherson – dice il presidente ucraino – Per ora, i nostri difensori sono alla periferia. Ma le unità speciali sono già in città”. “Gli abitanti di Kherson stavano aspettando. Non hanno mai rinunciato all’Ucraina. La speranza per l’Ucraina è sempre giustificata”, ha scritto ancora Zelensky, sottolineando che, “anche se la città non è ancora completamente ripulita dalla presenza del nemico, gli stessi abitanti di Kherson stanno già rimuovendo i simboli russi dalle strade e dagli edifici e ogni traccia della permanenza degli occupanti a Kherson”. “Lo stesso è avvenuto in tutte le altre città liberate dai nostri difensori – ha rivendicato ancora il presidente – Sarà lo stesso in quelle città che stanno ancora aspettando il nostro ritorno. L’Ucraina tornerà a tutti i suoi abitanti. Ringrazio ogni soldato e ogni unità delle forze di difesa che stanno rendendo possibile questa operazione offensiva nel sud. Tutti, dai soldati semplici ai generali. Le forze armate, l’intelligence, l’Sbu, la Guardia Nazionale, tutti coloro che hanno reso più vicina la giornata di oggi per l’oblast di Kherson”. Il ministero della Difesa in Russia ha annunciato il completamento del ritiro delle forze militari dalla città di Kherson alla sponda orientale del fiume Dnepr, rende noto l’agenzia turca Anadolu. Le autorità di Kiev, ha detto alla Bbc il consigliere del ministero della Difesa ucraina Yuriy Sak, hanno quindi preso il controllo quasi totale della più grande città del Paese. La ritirata della Russia dalla città sembra caratterizzata da scene caotiche, scrive il Guardian, parlando di soldati russi feriti, abbandonati o fatti prigionieri nel corso della ritirata, e dei bombardamenti ucraini mentre le truppe attraversano il fiume Dnpr. L’esercito ucraino ha issato la bandiera ucraina nella piazza principale della città dopo che le forze russe hanno annunciato il ritiro delle truppe dalla regione. “I nostri partigiani hanno issato la bandiera ucraina nel centro di Kherson”, hanno detto le autorità, aggiungendo che la bandiera si trova in Piazza della Libertà, dove ci sono i principali uffici del governo. “Gli invasori russi continuano a depredare gli insediamenti dai quali si stanno ritirando. Il nemico sta anche cercando di danneggiare il più possibile le linee elettriche e altri elementi dei trasporti e delle infrastrutture critiche della regione di Kherson” aveva riferito lo stato maggiore delle forze armate ucraine, facendo il punto sulla ritirata delle truppe di Mosca. Dopo la liberazione di Kherson, l’Ucraina non intendere rallentare la guerra di fronte all’arrivo dell’inverno, ma andrà avanti per la liberazione dell’intero paese. Lo afferma Oleksii Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino. “Non congeleremo nulla… Dobbiamo liberare la nostra terra malgrado il meteo e la stagione. Non possiamo perdere una sola tappa, la nostra gente è lì, e vediamo come soffre.. L’obiettivo del Presidente è liberare tutti i nostri territori”, ha detto, citato da Ukrainska pravda. Il servizio di intelligence di Kiev, il Gur, ha chiesto alle truppe russe che si sono ritirate da Kherson di arrendersi. Testimonianze sul campo riferiscono che alcuni militari russi hanno indossato abiti civili, ma si teme possano essere ancora armati. In una dichiarazione pubblicata sui suoi canali social, l’intelligence ucraina ha dichiarato che “in caso di prigionia volontaria, l’Ucraina ti garantisce sopravvivenza e sicurezza. Rispettiamo le Convenzioni di Ginevra, garantiamo ai prigionieri di guerra cibo, cure mediche e la possibilità del vostro scambio con i soldati delle forze armate ucraine tenuti prigionieri nella Federazione Russa”.ì bvI servizi ucraini hanno aggiunto che ”è sicuro arrendersi alla prigionia dopo aver preventivamente discusso le condizioni della resa con i rappresentanti autorizzati del comando ucraino chiamando la hotline del progetto statale dell’Ucraina ‘Voglio vivere'”. Inoltre sono stati forniti i numeri di telefono ed è stato detto ai soldati di avvicinarsi ai militari ucraini con le pistole appese alle spalle, con una bandiera bianca o un panno e gridare “Mi arrendo”.
Redazione
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