venerdì, Marzo 29, 2024

Elezioni regionali del Lazio: il M5S chiude al campo largo del Partito Democratico

La strada strettissima si è praticamente già chiusa. L’allargamento (da tempo molto complicato) al Movimento 5 Stelle del campo del centrosinistra è di fatto irrealizzabile. Anche nell’incontro andato in scena ieri con tutte le forze (Alleanza Verdi-Sinistra, Articolo 1, Sinistra Civica Ecologista, Demos, Radicali e Pop) che avevano congelato il tavolo col Pd per cercare un dialogo con i pentastellati è emersa la freddezza degli esponenti del partito di Conte. Secondo quanto è in grado di ricostruire l’agenzia Dire, non c’è stata alcuna apertura sulla possibilità di trovare una strada comune per affrontare la vicenda del termovalorizzatore di Roma e del candidato (i due temi più spinosi per i pentastellati). Qualche “pontiere” ha provato ad aprire una breccia su questi due fronti, proponendo anche un azzeramento dei nomi in campo (cioé quello di Alessio D’Amato, “incoronato” due settimane fa dal Pd e sostenuto da tempo da Carlo Calenda) ma la risposta è stata del seguente tenore: “Abbiamo programmi simili, venite con noi”.
Questa settimana, salvo cambi di programma, si riunirà di nuovo il tavolo del centrosinistra. In quella sede la sinistra ecologista cercherà di capire se esiste uno spazio, e di che tipo, per un programma comune che veda rappresentate le sue istanze. A cominciare dal tema del termovalorizzatore di Roma. Se ci saranno le condizioni entreranno in coalizione, altrimenti andranno da soli. Meno probabile appare un abbraccio con i 5 Stelle. Anche perché ai rosso-verdi, che tanto si erano spesi per cercare fino all’ultimo di riaprire un dialogo tra il centrosinistra e i pentastellati, non è sfuggita la tempistica dell’uscita di Giuseppe Conte contro l’impianto di incenerimento proprio mentre “a casa sua” era in corso il tavolo. La risposta decisa a stretto giro di posta del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, via Twitter all’ex presidente del Consiglio ha fornito la riprova che nemmeno da questa parte dei dem c’è voglia di trattare sulla vicenda. Né tanto meno su un possibile azzeramento dei nomi, visto che, sempre nella serata di ieri, è partito il tam tam relativo a un attivo del Pd (in programma giovedì) sulle regionali alla presenza di D’Amato e dello stesso Gualtieri.
Intanto è già partito il ping pong delle responsabilità per il mancato accordo (ancora non sancito ufficialmente), che comporterà una quasi certa sconfitta alle urne, tra chi, in casa Pd, sostiene che la “verità è che il 5 Stelle ha deciso di non allearsi con noi nelle prossime regionali, anche in Lombardia non si è trovato un accordo con Majorino, fanno del termovalorizzatore una questione speciosa per scalare quest’area politica da qui alle Europee del 2024” e chi, sia in casa 5 Stelle ma anche in tanta parte della sinistra, vede che i dem hanno già chiuso i giochi sui due temi dirimenti. Con il mancato allargamento ai 5 Stelle, la coalizione che sosterrà D’Amato sarà composta (oltre al Pd e al Terzo Polo) da tutti quei soggetti politici che si sono ritrovati nella lista Democratici e Progressisti alle scorse politiche e che in parte stanno partecipando al congresso rifondativo del partito, quindi Demos, Psi, Radicali, +Europa, probabilmente Articolo 1, oltre al Movimento civico di sinistra Pop (di cui fa parte Marta Bonafoni che aveva annunciato la sua corsa alle primarie regionali) che sostiene la candidatura di Elly Schlein alle primarie del Pd.
A un centrosinistra in continuo fermento fa da contraltare un centrodestra in silenzio. Chiusa la partita del bilancio in Cdm, ogni momento è buono per i leader nazionali di FdI, Lega e Forza Italia per riunire al tavolo gli altri alleati della coalizione e definire i nomi dei candidati. Nel Lazio la sceltà spetterà a Fratelli d’Italia, cioé a Giorgia Meloni. Che da tempo ha puntato fortemente gli occhi sul presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. Il tallone d’Achille di questa candidatura starebbe però nella sua natura “tecnica”. Secondo quanto risulta all’agenzia Dire, Lega, Forza Italia, ma anche tanta parte di FdI, chiederanno di schierare un nome politico (posto che la scelta spetterà sempre al partito della Meloni). Se questa linea venisse accolta dalla premier tornerebbe fortemente in pista l’opzione della neodeputata (ma consigliera regionale uscente dopo 5 anni di legislatura e due anni alla Pisana durante il ‘governo Polverini’ dal 2010 al 2012) Chiara Colosimo, peraltro fedelissima della Meloni. (Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)
Redazione
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