venerdì, Marzo 29, 2024

Associazioni di Cerveteri e Ladispoli insieme per dire “No alla guerra!”

Riceviamo e pubblichiamo –  Tra gli impatti devastanti della guerra non ci sono solo i feriti, le persone che perdono quotidianamente la vita e l’enorme numero di rifugiati ma anche quelli sull’ambiente. L’uso delle armi militari, infatti, distrugge anche interi ecosistemi che difficilmente riusciranno a rigenerarsi. In un inquadramento più generale, si può chiaramente sostenere che la guerra può essere inscritta tra le attività maggiormente distruttive che la nostra specie abbia mai creato.  La distruzione ambientale prodotta da una guerra inizia ben prima che vengano lanciati gli effettivi attacchi poiché il solo realizzare e mantenere forze militari costringe al consumo di immense quantità di risorse naturali: minerari rari, acqua, idrocarburi, metalli. Gli stessi strumenti militari come gli aerei o le navi richiedono grandi infrastrutture e ampi luoghi adibiti all’addestramento all’interno dei quali viene utilizzato un gran quantitativo di energia che quasi sempre è il petrolio. Una ricerca condotta dalla Durham University ha evidenziato che il solo esercito americano può essere considerato a tutti gli effetti come una delle strutture istituzionali maggiormente inquinanti della storia poiché forte emettitore di gas serra e maggiore utilizzatore mondiale di petrolio rispetto alla maggioranza dei paesi.  Tra le conseguenze sulle persone di questa grave forma di inquinamento ambientale rientrano anche l’insorgere del cancro, di malattie respiratorie, di malformazioni nei nuovi nascituri (linkiesta.it). Come se non bastasse, tutto ciò si colloca in un quadro generale emergenziale che ci impone di ridurre a livello mondiale le emissioni nette di CO2 del 45% entro il 2030 per non voler rischiare seriamente un collasso sistemico, come prospettato in alcuni degli scenari analizzati nella COP26 di Glasgow.  A ciò, rischiano di aggiungersi elementi di ulteriore problematicità come la vergognosa proposta di istallare alcuni nuovi rigassificatori come quello di Ravenna e di Piombino, non solo fortemente impattanti sull’ambiente (costante andirivieni di grandi navi, scarico in mare di sostanze inquinanti come l’ipoclorito di sodio, nuovi chilometri di tubazioni, forte impatto sui fondali marini) ma con vere e proprie ripercussioni drammatiche in caso di incidenti. Anche per queste importanti ragioni, riteniamo centrale partecipare sabato 10 dicembre alle 17 al corteo che partirà da Piazzale della stazione di Ladispoli indetto dal Comitato art. 11. Pace subito!
Coordinamento Cerveteri-Ladispoli contro le devastazioni ambientali
Redazione
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