giovedì, Aprile 18, 2024

Amarezza e rabbia dopo la strage di Roma, parla il marito di una vittima: “Campiti non passi per essere matto”

Tanta rabbia e amarezza dopo la strage di Roma. “Mia moglie era una santissima donna. Non meritava di essere ammazzata in quel modo”, si sfoga così Claudio D’Angelo, marito di Sabina Sperandio, 71 anni, consigliera del Consorzio Valleverde, uccisa domenica mattina insieme ad altre due donne da Claudio Campiti. “Le ho chiesto di non andare, ma lei non mi ha voluto ascoltare e si è recata all’incontro. Per lei il dovere veniva prima di tutto”. Ora però, Claudio non si dà pace. “Quell’uomo è vendicativo – dice a La Stampa -, non facciamolo passare per un matto”. Lui, domenica, all’assemblea non ci è voluto andare, aveva chiesto a sua moglie di rimanere a casa, e invece… “Io, in verità, avrei voluto che addirittura si dimettesse dall’incarico di consigliera – spiega Caludio -. Con tutti i guai di quei contenziosi con Campiti c’era un’aria che non mi piaceva. Lo avevo detto a mia moglie, ma per lei il dovere veniva prima di tutto. Era una donna molto generosa e altruista”. Sui problemi personali di Campiti però, il marito di Sabina non vuole sentire ragioni. “Io non lo so cosa gli è passato per la testa. E nemmeno lo voglio sapere. So solo che io, come i familiari delle altre due vittime, sto patendo le pene dell’inferno. Mi dispiace ma non posso perdonare quell’uomo, non posso perdonare quello che ha fatto. Anzi le dico di più: ormai in giro ci sono troppe persone che compiono delle atrocità e vogliono farsi passare per matti. Ma matti non sono. E non possono essere perdonati”. Poi, tanta amarezza per come Campiti sia riuscito a rubare un’arma dal poligono: “Mi sembra una follia. Pura follia. Possibile che non ci sianostati controlli adeguati?  – si domanda furioso – Possibile che nessuno si sia accorto che  si è allontanato con la pistola e con una montagna di proiettili?”.
Redazione
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